Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Giuseppe Grifeo Finite sott'acqua, invase dal fango e al collasso economico, a quasi due anni dal disastro non hanno ancora ricevuto tutti gli aiuti economici promessi.

default_image

  • a
  • a
  • a

Danniper milioni di euro, posti di lavoro in pericolo, imprese di primo piano messe in crisi: solo cinque di loro (su 60) sono riuscite ad avere crediti agevolati promessi dalla Regione tramite la Banca di Credito Cooperativo. Oggi qualche azienda, per colpa dei debiti, ha chiuso. Riunite nel Comitato Nuova Tiburtina, diventato un'associazione, hanno lanciato un appello a Renata Polverini, presidente della Regione Lazio: «Noi imprenditori del polo industriale di via Tiburtina teniamo duro, ma lei non dimentichi il nostro incontro del 18 marzo 2010. Comprendiamo le priorità e gli impegni che sta affrontando, ma ricordiamo a gran voce che il nostro momento di difficoltà non si è concluso e siamo in attesa di veder attuata l'ordinanza 3734 del 16 gennaio 2009 per un supporto economico a favore delle aziende colpite dall'alluvione e veder completate le opere di messa in sicurezza del territorio». «Manca ancora il 35 per cento del conferimento governativo – dice Maurizio Cortegiano titolare del Magazzino della Ceramica – Il Comune concesse solo nei primi sei mesi una proroga per gli adempimenti tributari. Dopo, il nulla. Dei rapidi accessi al credito a tassi ridotti, si sono perse le tracce. Io stesso non ho potuto riaprire la sede in quest'area industriale accontentandomi di un'altra». E resta pure la paura che la catastrofe possa ripetersi. «Per la messa in sicurezza del territorio le cose stanno procedendo a rilento anche perché gli impegni che la Regione aveva assunto sono stati, perlomeno nei tempi, disattesi», sottolinea Pierluigi Aloisi, presidente Gruppo Dab SpA. «La Regione e la Protezione civile valutarono che le sette idrovore del vicino bacino di Tor Cervara dovevano essere portate necessariamente a 10, ma nulla è stato fatto – dice Giovanni Neri, titolare della Graphokem - Doveva essere fatto un invaso di 2 milioni di metri cubi a Fonte Nuova, utile valvola di sfogo per le acque, ma nulla si è mosso».

Dai blog