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Asili Nido fantasma

Asilo nido

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È come azzeccare un terno al lotto. Trovare un posto all'asilo nido comunale del proprio quartiere è, in certi casi, meglio di una vincita al totocalcio. Ogni anno alla pubblicazione delle graduatorie definitive sono migliaia le famiglie che restano fuori. Alle quali non resta che appoggiarsi a strutture private se possono permettersi il pagamento di rette salate, dai 500 agli 850 euro full-time e comprensivo di tutto (un salasso se pensiamo che le tariffe del Campidoglio possono arrivare a 210) oppure tate, nonni o parenti benevolenti. Con le mamme equilibriste, divise tra casa, lavoro e figli. A Roma quest'anno le domande presentate in Comune sono state 18.600. Ne sono entrati 10.000. Quattro su dieci sono rimasti fuori. L'assessore capitolino all'Istruzione Laura Marsilio, agli inizi di settembre, annunciò che la lista d'attesa era pari a 7.558 bambini e che sarebbe scesa grazie all'apertura di quattro nuove strutture pubbliche a 7131 (quindi 427 posti in più). Dunque la situazione resta difficile come appare complicata l'apertura di nuovi nidi: in molti Municipi si trovano strutture già pronte e non ancora messe a disposizione. Noi ne abbiamo trovate una decina, di diverse tipologie e problematiche, distribuite nei vari municipi della città. Di questi nuovi nidi alcuni rimarranno inesorabilmente sbarrati perché non si sono trovati i fondi per pagare il personale, altri dopo la decisione di assegnarle tramite bando a cooperative sociali di privati (se tutto va bene!) apriranno dopo le vacanze di Natale. Però non tutti i bambini che hanno trovato posto in graduatoria sono poi realmente entrati. Un esempio emblematico, la struttura di via Trasfusa a Torrino nel XII municipio. Sessantanove posti, doveva aprire a settembre ma non è decollata. E pensare che è già pronta da sette mesi. Adesso il Comune la vuole dare in affido a privati. E quindi si aprirà in gennaio. Stesso destino per il nido di largo Camboni (108 posti), e in XVI quello di via dei Colli Portuensi-Newton (69 posti). E per quello di via Abacuc, a Selva Nera in XIX circoscrizione, nuovo di zecca ma chiuso perché non ci sono soldi per gli arredi nè per pagare le educatrici. Dunque sarà affidato ai privati. Il costo del personale ha fatto slittare pure l'apertura dello smagliante asilo nido di via Perlasca (zona tra Collatina e Togliatti al VII Municipio). L'asilo è pronto dal 5 agosto ma fino a novembre di aprire non se ne parla. Anche per gli asili nido, poi, esiste il problema dei lavori di ristrutturazione che s'allungano oltre il tempo stabilito. Con inutile spreco di denaro pubblico. A Via Gallo, zona Trionfale-Ottavia è tutto pronto ma le finestre non sono risultate a norma. Andrebbero cambiate ma i soldi stanziati per la ristrutturazione, 100 mila euro, non sono bastati. Molto spesso intorno ai «casi» di nuovi asili nido terminati e mai aperti i comitati di quartiere ingaggiano vere e proprie battaglie nel tentativo di «smuovere le acque». Alcune sono anche andate a buon fine come per l'asilo di via Serafini che sta per aprire. Poi ci sono proteste per ritardare o addirittura impedire l'apertura di nidi. Davvero un paradosso. Per quello di Via Flora a Pietralata che è pronto già da due anni e che il Comune s'accinge ad aprire a gennaio (lo ha dato in gestione a privati) tempo fa era scesa in campo Legambiente. Perché nelle vicinanze c'era a uno sfasciacarrozze (Sic!) potenzialmente dannoso per la salute dei piccoli e indifesi ospiti. Lo sfasciacarrozze è stato sgomberato quattro giorni fa. Meglio tardi che mai! A Piazza dei Condottieri (tra Prenestina e Casilina) i lavori di ristrutturazione sono andati a rilento per tutta l'estate. E dunque bisogna aspettare che si concludano. A novembre, forse. È la stessa situazione in cui si trova lo storico asilo nido del XVII Municipio in Largo Maresciallo Giardino in ristrutturazione. I lavori si sono «arenati» perché a luglio nessuno ha spostato le suppellettili all'interno della struttura. E intanto i piccoli utenti, ospitati a Piazzale degli Eroi, aspettano.

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