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La cena degli ex azzurri indigesta solo agli assenti

Il capogruppo dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto

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Difficile credere che la cena a casa del capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto di martedì sera sia stata solo una «bischerata» tra vecchi amici. Del resto a scorrere la lista degli ospiti viene più di un'idea sul perché si sia svolto quello che già in molti definiscono «gran trionfo di frutta, dopo il patto della crostata». Il commissario europeo, Antonio Tajani, il vice coordinatore del Pdl Lazio, Alfredo Pallone, il coordinatore romano, Gianni Sammarco, il senatore Paolo Barelli, l'eurodeputato e assessore alla Casa, Alfredo Antoniozzi, il sottosegretario, Francesco Giro, il sindaco di Viterbo, Giulio Marini e Angelo Ciccolani (Rieti). C'è chi parla di una «Nuova Forza Italia» e sono sempre più gli esponenti capitolini del Pdl a insorgere contro una gestione del partito che continua a deludere. Così dieci consiglieri comunali, Aiuti, Angelini, Aurigemma, Fioretti, Gazzellone, Masino, Quarzo, Todini, Torre e Vannini, attaccano senza sconti: «Ricostituire la componente di Forza Italia del Lazio, condanna a morte il Pdl regionale». A difendere la bontà (politica) della cena scendono in campo Giro e Fazzone (assente a casa Cicchitto ma invitato). E se il primo smorza i toni e se la prende con chi «vuole mettere zizzania», il secondo parte all'attacco della talpa: «Il disinformatore esca allo scoperto». Non basta al senatore Stefano De Lillo che «attende smentite» sulla nascita della nuova corrente, mentre Donato Robilotta avverte «la nascita di una nuova Forza Italia o di una corrente farebbe implodere il Pdl. E darebbe ragione a Fini». Il clima si fa rovente e per motivi diversi e complessi. La gestione politica della Regione, innanzitutto, completamente sfuggita al controllo dei partiti (o delle correnti). Va meglio, ma non troppo, in Campidoglio dove Alemanno è riuscito sinora a mantenere l'equilibrio tra le diverse anime del Pdl.   Un equilibrio reso sempre più fragile dall'inevitabile rimpasto di giunta da una parte e dai difficilissimi rapporti con la Regione che, ricordiamo, non ha rappresentanti del Pdl Roma alla Pisana, dall'altra. Tra Alemanno e Polverini, insomma gli ex di Fi si sentono più impotenti che mai. Con uno spettro in più. La presentazione della Lista Polverini alle amministrative di primavera potrebbe tradursi in una sonora, storica batosta proprio per il Pdl. Più diviso che mai.

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