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In fin di vita l'infermiera presa a pugni all'Anagnina

Maricica Hahaianu, l'infermiera romena aggredita nella metro Anagnina

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Si sono aggravate le condizioni di Maricica Hahaianu, l'infermiera di 32 anni della clinica Villa Fulvia sull'Appia, entrata in coma venerdì scorso dopo aver ricevuto un pugno in pieno volto da un ventenne romano, al termine di una lite iniziata alla biglietteria della stazione Anagnina e proseguita sotto gli occhi delle telecamere di sorveglianza.   A seguito di un intervento chirurgico durato quattro ore per rimuovere un vasto ematoma alla testa, le condizioni della romena erano migliorate, pur se non si conosceva ancora l'entità dei danni subiti al cervello. Ieri però è rientrata in coma. Il direttore sanitario del policlinico Casilino, Cesira Piscioneri, ha spiegato che la donna è in pericolo di vita. Le condizioni sarebbero peggiorate a causa di una lesione tronco encefalica che dai precedenti esami non era emersa. I suoi familiari non accettano le scuse del ragazzo. L'altro ieri, attraverso il suo legale, l'avvocato Fabrizio Gallo, Alessio Burtone aveva reso nota una lettera scritta a mano dal suo domicilio, dove si trova agli arresti con l'accusa di lesioni, nella quale ha chiesto scusa all'infermiera, ai suoi familiari, dicendo di pregare per lei e pentendosi del gesto. In casa Hahaianu, però, le parole non servono.   «Troppo facile, troppo comodo chiedere scusa adesso di queste scuse possiamo solo prenderne atto», dicono. L'avvocato della donna, Alessandro Di Giovanni, puntualizza che «al momento al marito della donna non è giunta alcuna lettera di scuse. Guardando il video - spiega il penalista - appare chiaro che il giovane sferri un colpo mancino al volto, con una tecnica quasi da boxeur. La donna, colpita al mento, ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo morto». La Procura ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l'emissione della custodia cautelare in carcere, anche in considerazione di una precedente denuncia contro il ragazzo, sempre per lesioni. Già in sede di convalida il pm Antonio Calaresu si era opposto alla richiesta di arresti domiciliari per Burtone.   Il gip, comunque, aveva deciso di concedere al giovane la misura più attenuata. Il precedente precedimento contro Burtone (una lite scoppiata in strada nell'aprile scorso) da diverse settimane è stato trasmesso dal Tribunale all'ufficio del giudice di pace. Il reato ipotizzato nel fascicolo, che inizialmente era quello di lesioni, è stato derubricato in percosse. «È una vicenda che non può essere considerata un precedente, un qualcosa che indichi il normale comportamento del mio assistito - ha spiegato il difensore, l'avvocato Fabrizio Gallo - Domani (oggi, ndr) prenderò visione di quell'indagine e avrò modo di capire cosa è successo».  

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