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Nel Pdl tornano le tensioni La base rivuole i congressi

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.Il polverone alzato dopo la mancata presentazione della lista alle regionali e la formazione della giunta Polverini, e che ha dato vita al movimento interno «Laboratorio Roma», sembrava essersi dissolto. E invece era solo finito sotto il tappeto. Le parole di Berlusconi sulla necessità di organizzare meglio il partito sul territorio ha riacceso gli animi e riportato alla luce tutti i problemi irrisolti. E non si tratta solo delle nomine nelle aziende regionali, che pure darebbero rappresentanza a chi è stato clamorosamente escluso dal governo della Regione, quanto piuttosto di aprire finalmente un confronto politico interno e da questo una sintesi che rappresenti la linea da portare avanti in supporto al sindaco Alemanno e alla governatrice del Lazio, Polverini. Una linea di partito unica e compatta che, a questo punto, si può trovare soltanto con la via maestra, quella dei Congressi locali. A dare il colpo, il portavoce del Laboratorio Roma, il consigliere capitolino Antonello Aurigemma che avallando l'analisi di Berlusconi sul partito è tornato a suonare la carica, ricordando come ancora «si è costretti a registrare uno sfasamento nel funzionamento del Pdl stesso, ad ogni suo livello organizzativo. Ovvero la mancanza di quel luogo naturale di confronto, cioè il partito, in cui analizzare e valutare proposte per affrontare temi presenti nell'agenda amministrativa, quali il progetto strategico sulla holding comunale (Atac, Ama, Acea), il Gran premio di F1, la candidatura olimpica. Temi questi che necessitano, come quello sui decreti attuativi di Roma capitale, di un passaggio nel partito, del partito e del coinvolgimento di tutti gli eletti negli enti locali e di tutti i "nominati" nelle liste della Camera, Senato e Regione». Ironico il commento del vice capogruppo Pdl in Campidoglio, Antonio Gazzellone. «Ai miei amici del Laboratorio Roma dico di non disturbare chi sta lavorando anche nel vostro interesse oltre che per quello della città, invitandoli ad uscire da dinamiche oramai superate come quelle del confronto dialettico, della proposta e della partecipazione». Ovvero della democrazia interna. Insomma, la crisi sta per tornare.

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