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Gassificatore di Albano, Gaia e Malagrotta La Municipalizzata pronta a fare per tre

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Luinon lo dice, ma potrebbe essere benissimo questo vecchio adagio il motto di Franco Panzironi. L'amministratore delegato dell'Ama ha le idee ben chiare, infatti, quando parla dello sviluppo della municipalizzata, che potrebbe passare anche attraverso Malagrotta, il gassificatore di Albano e il Consorzio Gaia. Tre partite in cui Ama «ha tutte le carte in regola» per giocarsela anche con i privati. Anche perché i conti dell'azienda sono a posto. «Quando siamo arrivati il capitale non esisteva più. L'aumento di capitale è servito per garantire con le banche il prestito da 700 milioni di euro da restituire entro il 2021 e necessario per ripianare il debito. Oggi tutta l'attività corrente è coperta con le entrate dell'azienda», spiega Panzironi, che aggiunge: «La gestione dell'intero ciclo dei rifiuti consentirebbe di avere ulteriori entrate anche da soggetti terzi a fronte di un investimento che finirebbe per tradursi in un servizio migliore per i cittadini». Investimento che le banche garantirebbero. L'idea di Panzironi è nota da sempre ed è pronta a trasformarsi in un piano industriale vero e proprio: fare di Ama un'azienda in grado di gestire completamente e in maniera autonoma l'intero ciclo dei rifiuti. Per migliorare il servizio ai cittadini, far pagare loro una tariffa magari più bassa e, al contempo, produrre utili da clienti terzi, come altri Comuni ad esempio. Capitolo Malagrotta: la chiusura della discarica, prorogata in deroga dal 2005, è prevista per dicembre. Ma Panzironi frena: «È chiaro che entro dicembre bisogna decidere, ma prima serve un indirizzo politico. Spero che, in questo senso, il sindaco Alemanno e la governatrice Polverini facciano chiarezza. In ogni caso si attende il Piano regionale dei rifiuti della Regione Lazio, atteso prossimamente, che dovrà definire i tempi di chiusura della discarica e le alternative a Malagrotta». Sul gassificatore di Albano, invece, Panzironi si dice pronto a partire anche subito: «Se il Tar dà l'ok, siamo pronti a partire con la realizzazione del gassificatore di Albano». La pronuncia dei giudici amministrativi sui vari ricorsi contro la costruzione dell'impianto presentati dai comitati di quartiere che ne contestavano l'elevato impatto ambientale è prevista entro la fine del mese. Dopodiché, se il Tar stabilirà l'effettiva realizzabilità del gassificatore, si potrà procedere alla pubblicazione della gara d'appalto per la sua realizzazione. L'impianto ha un costo di circa 200 milioni di euro. «Ama ha tutte le carte in regola per partecipare alla gara e aggiudicarsela», garantisce Panzironi. Le dichiarazioni di Panzironi trovano il consenso di Donato Robilotta (Pdl): «Già si è perso molto tempo. Abbiamo carenza d'impianti. Per quanto riguarda gli impianti di Tmb, che trasformano i rifiuti in Cdr, rispetto a quelli in funzione di Viterbo, Malagrotta 1 e 2, Albano, Salaria e Rocca Cencia, mancano quelli autorizzati con decreto del commissariale n. 24 del 2008 di Bracciano, Guidonia, Colleferro e Latina per arrivare a trasformare circa 2.265.000 tonnellate di rifiuti in oltre 700.000 tonnellate di Cdr. A regime avremo oltre 900.000 tonnellate di Cdr da smaltire e da cui ricavare energia. Mentre gli impianti attualmente in funzione, quelli di San Vittore (2 linee), Colleferro (2 linee) e Malagrotta (1 linea), arrivano appena a smaltirne circa 390.000: i rifiuti finiscono ancora per il 75% in discarica. Bisogna accelerare le gare per la costruzione degli impianti di Tmb autorizzati e iniziare immediatamente la costruzione dell'impianto di Albano e la costruzione delle altre due linee del gassificatore di Malagrotta. Solo così si scongiurerà in maniera definitiva l'emergenza rifiuti». Sul Consorzio Gaia, invece, il discorso è più complicato. Tanti Comuni che ne fanno parte sono morosi; altri minacciano da anni di uscirne; due inchieste giudiziarie (una sullo smaltimento dei rifiuti e una sulla distrazione di fondi) sono ancora pendenti; in cassa non c'è più un centesimo; le due gare già espletate sono andate deserte. In ogni caso Comune di Roma e Ama sono pronti a tuffarsi in quest'avventura che per la municipalizzata potrebbe costituire un ottimo investimento. Ad alcune condizioni però. «Le gare così come sono state concepite sono sbagliate. Non si può far pagare dieci una cosa che vale uno. Gli impianti vanno ammodernati, tutto funziona a singhiozzo. Come Ama siamo interessati, come del resto lo sono anche il Campidoglio e la Regione. Speriamo si faccia chiarezza». Dan. Dim.

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