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Roma in autobus proibita ai disabili

Autobus senza pedana

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Autobus senza pedane. E anche quando ci dovrebbero essere, nei vani non ci sono più. E se ci sono, non scendono. E quando scendono, non si bloccano sul marciapiede; e come fa un disabile a salirci sopra se traballa? Insomma, se stai su una sedia a rotelle ce n'è sempre una quando aspetti il bus. È scontato per chi non può camminare da solo. E vorrebbe comunque girare Roma col bus. Il Tempo sabato pomeriggio ha voluto fare la prova del nove. E siccome era la vigilia del Fiaba Day, è venuto a farci da Cicerone il presidente del Fondo italiano abbattimento barriere (Fiaba), Giuseppe Trieste che premette: «Girare con gli autobus è un'impresa per il 50% dei romani». Come sperimentano mamme con i passeggini, anziani col bastone e infortunati. Per il nostro tour abbiamo scelto piazza San Silvestro, cuore di Roma dietro via del Corso tra via del Tritone e a due passi da via Frattina, con tanti capolinea e un via vai di bus continuo. Ma prenderne uno per un disabile è pressocché impossibile. I conti non tornano Sulla carta i numeri ci sarebbero pure. Ma la realtà è ben diversa. Cominciano dai dati. Il parco Atac è formato da 2.155 autobus. Di questi 1.561, il 72,4%, è fornito di pedana elettrica o meccanica. Quelli con pedana elettrica sono 1.336, con pedana meccanica 225 (peccato perché sono quelli che funzionano, quando qualcuno non li ha rimossi). Poi ci sono le navette Atac, attivate dagli autisti con numero verde se la pedana è fuori uso (cioè quasi sempre). Da sei mesi Atac è impegnata in un piano di manutenzione straordinaria delle pedane con interventi mensili a rotazione di prevenzione. E da febbraio ha attivato sei linee (81, 85, 90, 170, 490, linea H) a penetrazione radiale che attraversano la città con pedane dal funzionamento che viene certificato in rimessa prima dell'uscita del mezzo. Ma gli addetti ai lavori spiegano che «le pedane perfette su strada fanno cilecca sul marciapiede, per via delle inclinazioni». E in una città come Roma trovarne due uguali è un'impresa! E c'è il servizio dedicato, ma quello lo sperimenteremo un'altra volta. Pensiline primo stop La prima grande barriera da superare è la pedana sotto la pensilina. Se vuoi aspettare l'autobus la devi superare. E qui a piazza San Silvestro sono un oggetto raro. Ma insieme a noi, a spingere la carrozzina di Giuseppe Trieste c'è Michele Marino, presidente Asstrai, l'associazione di Protezione ambientale che ha firmato un protocollo con Fiaba. È un tipo sportivo. Meno male perché ci vogliono un fisico e uno sforzo bestiale per supare il dislivello.  L'attesa Aspettare l'autobus giusto, cioè che abbia una pensilina, e sia funzionante mette a prova la pazienza. Sono circa le due e mezza del pomeriggio. Passa il 71, senza pedana, ma avrebbe dovuto esserci. Passa il 53 e la pedana non c'è. Scende l'autista apre il vano ma è vuoto. «È stata smontata» conferma il conducente del mezzo. Poi passa quello buono l'80 Espress, che arriva fino a Val Melaina. Ha la pedana manuale. L'autista scende ad aprirlo «perché è ancora bel tempo ma - dice - d'inverno quando piove come si fa a scendere con l'ombrello?». Vabbè. Aspettiamone un altro. Ci spostiamo di pensilina (un'altra impresa). La vettura n. 3750 della linea 61 è senza pedana. La vettura n. 3783 è fuori servizio, ma fanno la prova: la pedana è prevista ma non c'è. Altro giro. Stessa delusione. Sul 169 (n.4247) c'è la pedana elettrica. Esce, ma non resta ferma sul marciapiede. Morale, non si può usare. Insomma, non stiamo a dilungarci. L'unica linea promossa è l'80 Espress, con le ribaltine manuali. Strisce senza rampa A piazza San Silvestro non ci si rode il fegato solo per i bus. Un disabile non può attraversare da solo neanche le strisce pedonali. Perché alla fine della zebra la rampa non c'è. Caffé vietato E se ti venisse voglia di andare al bar scordatelo. Se sei da solo in carrozzella superare l'altissimo marciapiede davanti all'ingresso del locale piuttosto famoso a Roma è im-pos-si-bi-le. Bere è out Allora consoliamoci con un sorso d'acqua fresca, direte. Macché. Anche il «nasone» è proibito: c'è uno zoccolo di marmo tutt'intorno, insormontabile. E addio anche alla bevuta. Bagno difficile Sarà più facile andare al wc? ci chiediamo L'ascensore per i bagni sotterranei c'è. Ma quant'è dura la porta, per aprirla ci vogliono muscoli veri. E c'è una scritta che spiega che l'ascensore è riservato ai portatori di handicap. E il vecchietto e la mammina con bimbo al seguito devono farsi le scale a piedi. E mi raccomando, tenetevi la giacca addosso. Nel bagno l'attaccapanni è altissimo. Sampietrini Santi non lo sono davvero per i disabili. Avete visto come gli ballano le gambe quando passano sopra gli antichi sassi? E alla fine schizzano via. Addio «rimorchio» Con una maratona così ti scordi pure di rimorchiare. «Dopo questo percorso a ostacoli sei talmente sfinito che ti passa anche la voglia di attaccare bottone e provare a corteggiare una bella donna» conferma Trieste.

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