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I vigili urbani si fingono gay Retata di trans malati di Aids

Prostituzione maschile

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Alto, bello, coi capelli rasati vestito con camicia bianca, jeans e camperos. Un «fico» pazzesco il vigile urbano del XVII Gruppo che l'altra notte, sotto copertura, ha fatto da esca in cerca di compagnia maschile, insieme ad altri colleghi della Polizia giudiziaria del XVII Gruppo diretto da Antonio Bertola. Gli agenti sono arrivati con le auto di casa per non destare sospetti ed evitare il fuggi fuggi dei trans. Hanno abbordato i travestiti che si prostituiscono nel tratto di lungotevere Vittoria, tra piazza delle Cinque Giornate e piazza Maresciallo Giardino, fingendo di essere uomini disgustati dalle donne dopo fidanzamenti falliti. I trans ci sono cascati. Ma una volta a bordo, in cinque si sono ritrovati dritti nella sede di via del Falco, dove sono stati sanzionati. Tre di loro, tutti brasiliani, sono risultati inottemperanti all'ordine di espulsione. Ma per evitare d'essere cacciati da Roma e dall'Italia hanno ammesso di essere malati di Aids. Una notizia che dovrebbe far venire i brividi ai clienti, che spesso chiedono rapporti non protetti esponendosi al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili alle mogli. Non si sa ancora se abbiano mentito oppure no. Ma «il fatto che due trans per evitare di essere espulsi abbiano dichiarato di essere affetti dal virus dell'Hiv è un aspetto che merita attenzione - ha detto il presidente della Commissione Sicurezza urbana del Comune, Fabrizio Santori -. Tutto ciò, nella sua gravità, ci spinge più veementemente a reiterare al Parlamento la richiesta di approvazione di una legge che introduca il reato di prostituzione e, allo stesso tempo, a rinnovare l'appello ai clienti di prostitute e trans per evitare questi rapporti sessuali che, oltre al fatto che scaturiscono da un'attività illecita, rischiano seriamente di mettere in pericolo la salute propria e quella di mogli o fidanzate, ignare delle frequentazioni».   Successivamente gli uomini di via del Falco si sono recati nell'area golenale del fiume Tevere, dove in un insediamento abusivo cinque romeni tra i 19 ed i 60 anni tra le quali una donna, sono stati sorpresi a sottrarre illegalmente energia elettrica dalla pubblica utenza.

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