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Le strisce swarovsky non luccicano più

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Strisce pedonali annerite

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Sono state dipinte a fine marzo. La loro caratteristica sarebbe la luminosità e la resistenza. Sono le strisce bianche «swarovsky» che contraddistinguono 274 attraversamenti pedonali in città. Quelli considerati più pericolosi o dove passano più persone (in un anno nella Capitale sono morti 52 pedoni che attraversavano sulle strisce). Ma la resistenza della vernice ha dovuto fare i conti con il colore degli pneumatici di auto e moto. A distanza di sei mesi, le strisce sono quasi tutte diventate grigie o, nel peggiore dei casi, nere. Insomma, l'effetto «swarovsky» (dovuto a dei microscopici cristalli che riflettono la luce), è stato ricoperto di nero. E addio luminosità. Questo tipo di strisce sono il frutto di un accordo tra il Comune e la Fondazione Ania che le ha fatte dipingere con un investimento di 650 mila euro. Un progetto che è nato anche per migliorare la segnaletica orizzontale sulle strade visto che il 94% non è a norma (dato Assosegnaletica).   L'esperimento, comunque, nonostante la vernice sia coperta da una coltre opaca, non è del tutto fallito. Infatti questo tipo di strisce bianche ha la caratteristica di durare più a lungo delle altre strisce (più di due anni invece di qualche mese). E sono dotate di un sistema antiscivolo (antiskid) che consente soprattutto alle moto una maggiore tenuta. È proprio questo il motivo per cui si anneriscono più velocemente delle altre strisce. L'antiskid, infatti, raccoglie il colore degli pneumatici. Basta passare in piazza Venezia o in piazzale della Radio per accorgersene. Una lunga ed omogenea patina nera ha ricoperto tutte le strisce. Si può notare però che la vernice usata è più «corposa» delle altre. Chi ci passa in motorino sente senz'altro la differenza, ma nota anche la perdita di luminosità. Questo particolare tipo di vernice viene dall'America. La multinazionale 3M ha contribuito a produrla. Paolo Mazzoni, responsabile relazioni esterne di 3M, spiega che «è come quando tiri una coperta da una parte, inevitabilmente si scopre l'altra. L'effetto antiscivolo e la maggiore resistenza - aggiunge Mazzoni - permettono che non scolorisca. Ma è più facile che si annerisca. Tra un po' di tempo però, quando l'antiskid inizierà a deteriorarsi, il bianco tornerà più visibile». Insomma, se si vuole più sicurezza è il colore a pagarne le conseguenze. Un problema che l'Ania ha ben presente tanto che ha già iniziato a ripulire le strisce annerite. Un progetto che quindi, nonostante le difficoltà tecniche, sarà rinnovato con un'altra convenzione che verrà stipulata con il Campidoglio.

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