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Aumenta le paghe e se ne va "Roma E" orfana del manager

Corsia d'ospedale

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La sanità del Lazio viaggia verso la paralisi. Dei commissari, salvo qualche eccezione, neppure l'ombra. In alcune Asl, addirittura, manca perfino il facente funzioni. Alla RmE, ad esempio, il manager più anziano, Mauro Goletti, ha cessato il proprio incarico dal 13 settembre per andare a ricoprire un ruolo dirigenziale in Toscana, lasciando vacante il ruolo di direttore generale facente funzioni. L'unico manager rimasto è il direttore amministrativo senza poteri di firma Gino Gumirato, che ha le mani legate. In una lettera pubblicata il 16 settembre scorso sul sito web della Asl lo stesso Gumirato informava i dipendenti di poter provvedere solo all'ordinaria amministrazione. Tradotto: l'attività amministrativa è sostanzialmente ferma. «Eppure la Regione - afferma il segretario provinciale Uil Fpl Paolo Dominici - ha chiesto a tutte le Asl, RmE compresa, di inviare quanto prima il bilancio di previsione 2011, senza però fornire le linee d'indirizzo. Come fa un'Asl acefala a provvedere?». Da via Cristoforo Colombo per il momento non arrivano segnali. Eppure alla Asl RmE di aria nuova ce ne sarebbe bisogno. Le delibere discutibili non mancano. L'ex dg Pietro Grasso, il giorno prima di lasciare l'incarico (il 30 giugno scorso), ha firmato oltre 30 atti. In una, la 495, si provvede ad adeguare il valore punto dell'area della Dirigenza Medica, Tecnica, Profesionale e Amministrativa da euro 451 a euro 485 a decorrere dal primo luglio scorso. In pratica un bell'aumento di stipendio last minute per tutte le Unità operative. La dirigenza spiega nella delibera che tutto ciò è stato possibile per la presenza di consistenti risorse non utilizzate. «Si tratta di centinaia di persone a cui è stato aumentato lo stipendio - spiega ancora Dominici - Con un esborso di denaro per centinaia di migliaia di euro a carico della Asl». Pur essendo tutto legale, resta il dubbio sull'opportunità di provvedere a ritoccare al rialzo le buste paga nell'ultimo giorno di mandato, con il conseguente aggravio permanente dei costi a carico dell'Azienda sanitaria. Il tutto mentre la Regione chiede rigore e blocca assunzioni e rinnovi contrattuali. «Ma di casi simili ce ne sono a iosa - attacca ancora Dominici - Ad esmepio l'azienda ha installato numerose telecamere a circuito chiuso senza chiedere nulla ai sindacati, violando l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori.   La Asl inoltre non rispetta gli accordi sulla progressione economica, giustificandosi con la revisione dei fondi aziendali a cura della Regione, ma ha comunque continuato a nominare posizioni organizzative, pagate con gli stessi fondi che si presumono tagliati. E gli incentivi per la progettazione di opere pubbliche, che dovevano andare ai soli dipendenti che partecipano ai procedimenti, sono stati distribuiti a tutto il comparto. Se gli aventi diritto facessero causa, la Asl dovrebbe risarcirli e noi saremmo pronti a ricorrere alla Corte dei Conti». Per non parlare poi delle ferie non godute pagate ai dipendenti in pensione. «Sicuramente sintomo di cattiva organizzazione del lavoro in una Asl particolarmente litigiosa: le cause di lavoro in corso e in procinto di iniziare sono tantissime. Tanto che come Uil Fpl abbiamo chiesto il bilancio delle spese legali per certificarne l'ammontare», chiosa Dominici.  

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