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"Strozzato" dall'amico del cuore

Intervento della Polizia

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Aveva messo in pratica in modo del tutto originale il detto «chi trova un amico, trova un tesoro». Il tesoro, infatti, era rappresentato dal debito che l'amico aveva contratto. E lui non ha esitato a pretendere tassi usurai, a perseguitarlo e a minacciarlo per farsi pagare gli esosi interessi. È l'incubo vissuto per anni da un quarantenne romano, incappato nelle maglie di uno strozzino. Non uno sconosciuto, però. Ma il suo migliore amico, diventato col tempo un'ossessione. A fronte del prestito, il poveretto non riusciva più a pagare quanto doveva con lo stipendio ricevuto ogni mese. Così le maglie del suo amico-persecutore hanno cominciato a stritolare la sua vita. E quella dei suoi cari. Richieste continue di denaro, solleciti per accelerare i pagamenti, spesso accompagnati da minacce di morte rivolte a lui e ai familiari. E poi messaggi e telefonate. La vittima veniva spinta anche a fare pressione sui propri parenti per ricevere le somme dovute, fino al punto di minacciarli di morte o addirittura di paventare intenti suicidi. A un certo punto il «nostro» non ce l'ha fatta più e ha deciso di rivolgersi alla polizia. Qualche giorno fa l'uomo si è recato al commissariato Prenestino, diretto dal Fabrizio Calzoni, e ha raccontato tutto agli investigatori facendogli ascoltare anche le telefonate con le quali l'usuraio lo minacciava, chiedendogli di consegnare il denaro. Il «cravattaro», conosciuto con il nome d'arte de «il siciliano», in alcuni casi anche proponendosi come diretto interlocutore di chi di fatto erogava il denaro, era riuscito a garantirsi anche rendite settimanali fino a 10.000 euro. Un meccanismo che negli ultimi tre mesi aveva portato addirittura la vittima a sborsare circa 200.000 euro. Gli agenti del commissariato Prenestino sono entrati in azione domenica pomeriggio e lo hanno arrestato per estorsione, mettendo la parola fine al calvario del sue (ex) amico.

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