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Day surgery e reparti specializzati per rilanciare il Padre Pio

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Restaappeso a un filo il destino dell'ospedale di Bracciano. La Regione Lazio in passato era intenzionata a riconvertirlo in Rsa, ma gli ottimi rapporti con la direzione della Asl RmF tengono aperto il dialogo per una soluzione alternativa. Il reparto di Ostetricia-ginecologia potrebbe essere sacrificato (i dati parlano di appena un intervento ginecologico ogni venti giorni) e non rientra nella rete perinatale che prevede come parametro almeno 500 parti l'anno. L'ospedale di Bracciano è poi caratterizzato da una forte mobilità passiva: molti residenti preferiscono andare a curarsi a Roma, costringendo la RmF a pagare prestazioni fuori territorio che incidono notevolmente sul bilancio. In ogni caso, l'ospedale «Padre Pio» con oltre 20 mila accessi l'anno rappresenta un presidio fondamentale per un territorio con un bacino d'utenza di 120 mila abitanti. Un piano di potenziamento è allo studio di Asl e sindacati e prevede il potenziamento di Chirurgia e Ortopedia. Il segretario generale provinciale Uil Fpl Claudio Tulli propone «l'avvio del day surgery di ogni specialità con la creazione di letti tecnici per la valutazione del danno successivamente al ricovero in pronto soccorso per poi valutare con calma se trasferire il malato o meno» e la creazione di una struttura che possa dare una prima stabilizzazione ai pazienti. «Siamo del tutto contrari alla riconversione in Rsa - spiega Tulli - Il territorio ha assolutamente bisogno di quel presidio, che va potenziato. Diamo atto alla direzione della Asl RmF di fare il possibile. Il nostro appello è rivolto alla Regione, affinché dia supporto alla RmF per proteggere e potenziare quella struttura». La direzione aziendale è dal canto suo disponibile a dare alla Regione tutto il supporto possibile per valutare il potenziamento dell'ospedale e l'ottimizzazione delle risorse.Dan. Dim.

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