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I reduci di via Campigli si sono riaccampati in via Severini, 30 metri più in là e 48 ore dopo lo sgombero.

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Eranoandati là attratti da una colonna di fumo. E insieme ad una tonnellata di cavi di rame rubati, spellati sui falò, li hanno ritrovati mentre si riorganizzavano. «Nel triangolo via Campigli-Severini-Collatina-De Chirico ci sono almeno 15 insediamenti» spiega il comandante del VII Gruppo della Municipale Marco Giovagnorio. Sono questi micro campi la vera piaga. Come dimostra l'esempio virtuoso di Casilino 900, per ora funziona solo il trasferimento dei grandi campi nomadi in strutture organizzate. Ma nei 209 microinsediamenti da cancellare non ci sono solo zingari. Ma anche romeni non rom, gente dell'Est, nordafricani, sudamericani e perfino italiani, come quelli che erano a via Campigli. Rifiutano l'assistenza del Comune. E cercano nuovi rifugi. Anche negli edifici abbandonati ora che la lotta è serrata nel verde. I 79 sgomberati dall'ex capannone Volkswagen, giovedì, in via Prenestina potrebbero essersi insediati nell'ex stabilimento Fiorucci, al civico 911 della stessa strada. «Non lo confermo ma non posso neanche smentirlo, lo vedremo presto» dice Giovagnorio. A Marconi, invece, i ruderi del'ex Mira Lanza, bruciata nel 2008, potrebbero nascondere i reduci di Magliana. «Guardia alta anche negli edifici abbandonati» avverte il presidente della Commissione sicurezza Fabrizio Santori. Ma deve partire anche la riqualificazione per ridarli alla città.

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