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Don Attilio: tutti bravi ragazzi Il quartiere piange i propri figli

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«Ierimattina (venerdì ndr) Giorgio era arrabbiato con un vigile che voleva portargli via l'auto, parcheggiata male. Magari l'avesse rimossa: questa tragedia non si sarebbe verificata». Giustina, la fioraia, ha gli occhi gonfi di lacrime. È sconvolota. Conosceva Giorgio, Simone e Gianmarco sin da quando erano piccoli. «Giorgio era un ragazzo d'oro, un po' timido. Tifava per la Lazio, la corona che preparerò per lui sarà biancoceleste. Lunedì doveva andare in ferie». È Giustina che sta preparando i fiori a nome dei commercianti. Cuscini e corone, con cui la gente di via Arrigo Davila arrederà la parrocchia di San Giuda Taddeo il giorno dei funerali: «Per noi è naturale. Quei tre ragazzi li abbiamo visti crescere». È sempre Giustina che di prima mattina ha dato i fiori bianchi al barista che ha accompagnato Giulia, la mamma di Giorgio, a deporli sul luogo della tragedia. «Impressionante - racconta lui - C'era un muretto completamente sfondato». Una tragedia per la quale non ci sono parole. «Era solo andato a riaccompagnare un amico...», balbetta la nonna di Gianmarco. Sulla saracinesca abbassata del negozio di parrucchiere del padre e del nonno compare un foglio bianco e la scritta in stampatello «chiuso per lutto». Tutta via Arrigo Davila li ricorda come tre bravi ragazzi. «Erano assolutamente sani, non fumavano neanche le sigarette. L'unica causa dell'incidente è stata l'alta velocità. Ci tengo a sottolinearlo per le famiglie. Frequentavano stabilmente l'oratorio. Presenti, stimati, voluti bene da tutti con le loro famiglie splendide», dice al telefono don Attilio Nostro, parroco della chiesa di San Giuda Taddeo, zona Caffarella-Colli Albani, Appio Latino. Il sacerdote è in Calabria per un campo estivo con un gruppo di ragazzi. Ripartito per Roma non appena saputa la notizia, tornerà in tempo per i funerali che si celebreranno probabilmente domani e verranno officiati dal vescovo. Tutto il quartiere è sconvolto e commosso. «Questi ragazzi li abbiamo visti crescere. Qui c'entra solo il destino: quella strada è tremenda, è piena di croci» dicono vicini di casa e negozianti. «Stamattina, verso le 5.30, ho sentito piangere in strada», racconta una vicina della famiglia Baldassarri. Il barista del locale all'angolo tra via Davila e via Ludovico Pastor ha appreso la notizia dalla madre di Giorgio e ora va ripetendo: «Erano ragazzi tranquilli, non bevevano e non si drogavano. Andavamo in palestra insieme». Accanto al bar, ai paletti dove si davano sempre appuntamento, proprio di fronte al negozio di parrucchiere della famiglia di Gianmarco, si radunano tutti gli amici dei tre ragazzi, di ritorno dal luogo dello schianto. Manuel stringe tra le mani quel che resta dell'orologio dell'auto. «Li ho salutati verso le 10 di sera: al contrario di altre volte non sono andato con loro», racconta. Gli amici, tutti tra i 15 e i 18 anni, stanno pensando a un gesto per ricordarli. Così come si stanno organizzando gli studenti dell'Istituto Leopoldo Pirelli, ex Carlo Levi, che Simone frequentava. «Appena tre giorni fa - dice Francesco, rappresentante d'Istituto - è morto a Tor Pignattara con il motorino un altro nostro compagno, Federico, 14 anni». «Li conoscevo e sono vicino alle famiglie e al dolore del quartiere. Erano tre bravi ragazzi», commenta il consigliere comunale Giordano Tredicine, che in via Arrigo Davila ha attivato da anni uno sportello del cittadino. (Ha collaborato Alessio Liverziani)

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