
Non si demolisce con le casse vuote

Demolire e ricostruire. Da un anno è il leit-motiv della politica urbanistica di Comune e Regione. «Giusto davvero», dicono tutti, «ma, però. Certo che le periferie, quei palazzoni in condizioni pietose. Non si può vivere». Ma soprattutto non si può ricostruire se le casse di Regione e Comune sono vuote. È di due giorni fa la proposta del sindaco Alemanno di buttar giù le torri popolari di Tor Bella Monaca. Torniamo indietro di qualche mese e sentiamo ancora rimbombare le parole del neoassessore regionale alla Casa Buontempo: Corviale va abbattuto. Poi c'è il Villaggio olimpico, un altro centro residenziale da far fuori e il terzo «ponte» del Laurentino 38. Roma (periferia in primis) si sta preparando davvero a cambiare look, o, come ha sottolineato più volte il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni, riferendosi all'annuncio di Alemanno, si tratta solo di una boutade estiva? «Si può fare tutto - dice Batelli, presidente dell'Acer (associazioni costruttori romani), ma per demolire e ricostruire è necessaria una nuova legge regionale che porti i premi di cubatura al 50%. Gli enti locali non hanno soldi». L'autunno scorso Comune e Regione si sono riuniti più di una volta, con i costruttori, per trovare un accordo. Niente da fare. Si parlava di demolire e ricostruire. Ora ci proveranno, insieme ai colleghi capitolini, i nuovi assessori Ciocchetti e Buontempo. Ciocchetti ieri ha annunciato che «a ottobre bisognerà sedersi intorno a una tavolo con l'imprenditoria illuminata» perché «serve un quadro economico dettagliato, le finanze pubbliche non sono sufficienti». «Solo coinvolgendo i costruttori,prospettando loro agevolazioni e lavorando su cubature esistenti» sarà possibile trasformare le periferie. Ma è Batelli a ricordare che non può esserci nessun cambiamento se prima «non si accelerano i tempi delle procedure urbanistiche e delle gare pubbliche. Il Comune sta facendo il possibile ma bisogna far ripartire i piani delle case 167, le compensazioni, gli articoli 11, le lottizzazioni convenzionate». Il Campidoglio ha però un asso nella manica: il 20 settembre potrebbero essere ufficializzati i poteri speciali per Roma Capitale, una manna, in campo urbanistico. Il Comune potrà fare a meno della Regione su alcuni passaggi burocratici fondamentali. Demolire e ricostruire. Anche questo sarà più semplice, e chissà che l'audace Piano casa da 27mila alloggi possa decollare davvero.
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