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L'Inps beffa centinaia di Romani

Inps

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Centinaia di romani sono stati beffati dall'Inps. Durante i primi dieci giorni di agosto hanno ricevuto una lettera dell'Istituto che annunciava un saldo a loro favore di qualche migliaia di euro. Ma, quando sono andati agli sportelli per sapere come e quando avrebbero ricevuto i soldi, sono rimasti a mani vuote. Il saldo da pagare al contribuente è di qualche decina di euro. Niente di più. E il sogno di portare a casa un'inaspettata «tredicesima» svanisce. La signora Maria I.C. lunedì scorso si alza di buon mattino per andare agli uffici dell'Inps, in via Lenin. Anche lei ha ricevuto la famigerata lettera: «Gentile signora, la informiamo che abbiamo provveduto a ricalcolare, per l'anno 2010, l'Irpef dovuta sulle prestazioni pensionistiche di cui lei risulta titolare (...). Dalla ricostruzione della pensione è risultato un saldo in suo favore di euro 2.372,47, che sarà erogato con la rata di giugno 2010. Cordiali saluti, il Direttore». Carta canta, pensa Maria. Così, arrivata allo sportello, si mette in fila per chiedere come può avere i soldi. Ha in mano il numero 71.   Sono tutti accodati per lo stesso motivo. Ma capisce subito che qualcosa non va. Gli altri pensionati con la lettera in mano si lamentano. In via Lenin non c'è alcun saldo a favore. «A noi non risulta dai computer», spiegano i dipendenti. Qualcuno inizia a diffidare. Spunta un impiegato: «Se volete spiegazioni dovete andare alla direzione centrale dell'Eur». Armata di pazienza Maria si dirige all'Eur. Ma all'entrata trova il blocco degli addetti alla sicurezza: «Di qui non si passa». «Ma dobbiamo sapere dalla direzione come ricevere il rimborso e se ne abbiamo diritto». Nulla. A Maria non dicono neanche a quale ufficio rivolgersi. Così, la redazione de Il Tempo che ha raccolto le proteste, ha chiesto spiegazioni all'Inps. Prima negli uffici di via Lenin, dove il responsabile ha detto: «In effetti sono state inviate lettere con importi errati. In realtà i contribuenti hanno un saldo che non supera 30 euro». L'ufficio stampa dell'Istituto conferma: «Al posto dell'importo reale è stato scritto l'ammontare della pensione lorda che percepisce la persona che ha ricevuto l'avviso. Il problema sta coinvolgendo qualche centinaia di romani e un paio di migliaia di persone in tutta Italia».   E fuori gli uffici Inps della Capitale sono spuntati i cartelli per evitare inutili file: «Si precisa che l'importo indicato sulle lettere inviate nel mese di agosto è comprensivo della rata di pensione di giugno e che l'effettivo credito, dovuto per conguaglio Irpef anno 2010, è costituito da importi di modica entità».

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