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Contraffazione show, ora il mondo del falso diventa pure bilama

Le lamette sequestrate

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Giochi, casalinghi, accessori di abbigliamento, adesivi, cd musicali e dvd, cosmetici, i discussi braccialetti dell'equilibrio e ora anche le lamette da barba, ultimo articolo riprodotto e intercettato dalla Guardia di finanza di Ostia nei negozi-bazar sul litorale romano, di italiani ma gestiti da cinesi. Bilancio: 55 mila pezzi sequestrati per un valore di 300 mila euro e quattro denunciati, tutti italiani, il distributore parmense e tre rivenditori romani. Non c'è originale che tenga. C'è di tutto nel campionario del contraffato made in China scoperto a Roma dalle forze dell'ordine. La merce parte dalla costa sudorientale del paese, la regione dello Zhenjiang, da cui proviene pure il 90 per cento dei cinesi nella penisola, sbarca al porto di Napoli o di Civitavecchia, rotte alle quali ora si preferisce quella su gomma solcata dai Tir che si mettono in moto nei paesi dell'Europa dell'Est già nell'Ue, per aggirare i controlli, e giungono nella Capitale scaricando tonnellate di contraffatto nei megadepositi su Prenestina, Casilina, Centocelle e Tor Vergata. L'ultimo «tarocco» caduto nella rete della Finanza è la lametta della Gillette. A febbraio, controllando tre negozi di cinesi, i militari notano le lamette, soprattutto per il loro prezzo: costano 6 euro e 50 centesimi a confezione quando al supermercato se ne pagano 10. Sulla fattura, il fornitore è un distributore nazionale con megadeposito e 15 addetti a Parma e sede legale a Milano. I finanzieri vanno e scoprono il resto dei pezzi. Chiamano i periti della Gillette, e il sospetto è confermato: le lamette sono contraffatte: si nota dalla confezione, dalle lame non parallele tra di loro e dall'emolliente che dovrebbe ricoprirle che emolliente non è: le analisi riveleranno di che sostanza di tratta. Le indagini accerteranno da chi riforniva il grossista di Parma.

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