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Ha sparato e ferito il malvivente Viavai di clienti: bravo dottore

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Lasignora arriva sorridendo: «Ho saputo che ha sparato a un rapinatore nella sua farmacia, complimenti dottore». E giù abbracci. Ieri mattina in una Torre Maura semideserta e assolata in via delle Rondini è stato un viavai di clienti per congratularsi col dottor Pietro Macaluso, 61 anni, palermitano, barba corta, occhiali da sole, con in testa il cappello panama e tra le labbra una sigaretta dopo l'altra. La gente è soddisfatta perché il farmacista ha difeso tre dipendenti, un cliente e l'incasso sparando un colpo e ferendo al fianco destro Manuel Obino, 22 anni, entrato nel locale agitando una pistola calibro 22, vera e non falsa, lasciando fuori un complice fuggito poi in moto. Il signor Macaluso, invece, non è contento. «Queste cose - dice - non dovrebbero succedere, abbiamo diritto di vivere tranquillamente, non è possibile. Eppure episodi del genere sono all'ordine del giorno». Il presidente Federfarma di Roma e Lazio, Franco Caprino, parla di «settanta rapine l'anno nelle 710 farmacie della città. Una media di due colpi al giorno. Nelle scorse settimane - annuncia - abbiamo firmato coi sindacati un protocollo che dà il via libera alla installazione di telecamere all'interno delle farmacie, garantendo la privacy a dipendenti e clienti, ma una maggiore sicurezza contro i rapinatori». «Sono a Torre Maura da vent'anni - riepiloga Macaluso - e di rapine ne ho subite forse otto, non ricordo di preciso. L'altro pomeriggio, alle 17,35, quel ragazzo è entrato col casco in testa e una bandana sul volto, brandendo la pistola che puntava contro tutti. Era agitato, nervoso, temevo il peggio: non si può venire a lavorare e prendersi una pallottola in corpo. Allora ho puntato basso e ho fatto fuoco. Lui si è accasciato, mi sono avvicinato per soccorrerlo. Diceva: "Non mi ammazzare, non mi ammazzare". Non riusciva a respirare, gli ho sfilato il casco e ho tamponato la ferita per evitare la perdita di sangue. Poi ho chiamato tutti: polizia, carabinieri, ambulanza». Il ragazzo è stato portato al policlinico Casilino, operato, e non è pericolo di vita. Il dottore è un farmacista da generazioni: «Lo era mio padre, mio nonno, il mio bisnonno. Giù - racconta - c'è la mafia vera ma non ho mai subito rapine». A via delle Rondini è approdato quando ha conosciuto la moglie, una romana. Fino a ieri, a casa sua, della rapina nessuno sapeva niente. Pietro Macaluso non è un farmacista-sceriffo. Nel cuore gli è rimasta l'Africa, la Sierra Leone, sulla costa occidentale del continente nero. «Sono stato lì per motivi umanitari, da volontario, quando c'è stata la rivoluzione. È lì vorrei tornare».

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