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Sicurezza a «mezzo servizio» nelle periferie capitoline, dove mancano caserme e commissariati.

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Analisie riflessioni su una Capitale che cambia in fretta ma che, tutto sommato, tiene. Sicurezza, crimine organizzato, prostituzione, nomadi, cortei, tifo violento, emergenza casa e una crisi economica che continua a premere su un tessuto sociale sempre più sul baratro. Per questo, nonostante i dati forniti dal prefetto, come il calo dei reati del 4% e il sostanziale avvio del piano nomadi che a settembre compirà un ulteriore passo in avanti con due nuove aree, la guardia deve restare alta. I «fronti» sensibili sono infatti diversi, dalla violenza negli stadi all'emergenza casa, dalla prostituzione per la quale non bastano le multe, agli aspetti strategici e quotidiani della vita cittadina. I cortei, ad esempio. Il rinvio all'infinito del protocollo d'intesa con i sindacati per modificare, e rendere più rigido lo svolgimento delle manifestazioni in città, si è tradotto in un bilancio ancora troppo pesante. Dall'inizio dell'anno si sono infatti svolti ventisette cortei e 540 manifestazioni statiche. Vale a dire una media di 2,7 proteste al giorno. «In sole due occasioni - ricorda Pecoraro - ci sono stati problemi, cioè nei casi di Eutelia e degli aquilani». Problemi tuttavia riferiti all'ordine pubblico e non al disagio subito dai cittadini. segue a pag. 36

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