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Antonio Sbraga Una settantina di bebè chiedono asilo al Comune di Tivoli.

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Unacorsia preferenziale a costo zero, assicurano in Comune, che in cambio fornirà personale specializzato, come logopedisti e neuropsichiatri, per la formazione professionale che gli asili privati sono tenuti a fare ogni anno all'interno del proprio organico. Uno scambio alla pari che lascerà invariate le tariffe delle rette (che vanno da un minimo di 145 euro mensili per l'orario 9-13 ad un massimo di 365 per quello dalle 7 alle 17 e 30) a carico delle famiglie rimaste fuori dal Nido comunale. Il «Fantabimbi" di via Domenico Giuliani ha una ricettività massima di 59 bambini (ma lo scorso anno sono state 113 le richieste di iscrizione) e l'unica struttura privata attualmente convenzionata è la «Officina dei piccoli» di via Paterno con appena 6 posti (ma le domande di accesso erano arrivate a 49). Un fabbisogno più del doppio rispetto alle attuali potenzialità ricettive nelle strutture pubbliche. Il Comune ha chiesto contributi alla Regione, ma fondi per aprire nuovi nidi non ci sono (il «Fantabimbi» costa già uno sbilanciamento di 300 mila euro all'anno: le entrate delle rette si fermano a 100 mila euro e i finanziamenti regionali a 70 mila, a fronte di 477 mila euro di uscite) e i precedenti bandi per convenzioni e accreditamenti delle strutture private erano andati deserti negli anni scorsi. Ora la settantina di bebè dovrebbe dunque trovare asilo dopo questa «delibera con previsione e durata di due anni per agevolare l'accreditamento degli asili privati - spiega l'assessore ai Servizi sociali, Federica Mondani - con l'amministrazione che fornisce formazione del personale, fasce orarie uniche e figura specializzata per lo screening sui bambini».

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