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In nero sei affitti su dieci

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Affitti per studenti

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In nero più della metà degli affitti universitari per studenti fuori sede. Sette su dieci degli appartamenti visitati sono risultati fatiscenti e decisamente lontani da quanto descritto negli annunci; tutti, poi, estremamente costosi se si pensa che per una stanza con uso bagno vicino piazza Bologna si arriva a chiedere anche 700 euro al mese. È proprio in questo periodo che si moltiplicano le richieste (e le offerte) per una sistemazione abitativa in vista del prossimo anno accademico. L'esercito degli universitari-affittuari deve districarsi in una giungla di annunci-civetta, contratti non registrati, agenzie immobiliari fai da te e canoni esosi. In questa lotta quotidiana i ragazzi che vengono a studiare a Roma da altre città, (il Mur, Ministero dell'Università ha calcolato che solo nella Capitale sono oltre 50 mila), devono fare i conti con la carenza cronica di posti letto messi a disposizione da strutture convenzionate: circa uno studente su 15 resta fuori ed è «costretto» a cercare altrove ospitalità. La maggior parte si affida agli annunci immobiliari o al passa parola.   Ci siamo finti studenti in cerca di un appartamento dove vivere dal prossimo settembre. Ebbene, sei proprietari su dieci ci hanno proposto un affitto in nero dietro promessa di uno sconto sul canone mensile, gli stessi che ci hanno fatto visitare stanze assomiglianti più a loculi, spesso prive di finestre, con muri scrostati e infiltrazioni d'acqua. A contorno, i prezzi, semplicemente proibitivi. Esempi? Piazza Bologna. L'annuncio, «catturato» dalla bacheca de La Sapienza, descrive un appartamento di 80 mq. con due stanze da affittare di 25 mq ciascuna. Il prezzo della singola è 700 euro. Andiamo a visitarlo. Il proprietario, una signora all'apparenza gentile, storce la bocca quando le diciamo che a viverci verrà nostro nipote, una ragazzo di 18 anni. «Preferisco donne». La stanza ha una finestra che dà su un chiosco interno, l'uso della cucina non è consentito (non ci sono, infatti, fornelli né frigo), il letto non è che un divano apribile e di contratto non se ne parla. «Se chiudiamo subito faccio 600 euro», ci promette la signora. Salutiamo e passiamo al prossimo. «Zona Tiburtina a 4 fermate dalla Sapienza, affittasi posto letto a studenti 400 euro spese escluse», si legge su un giornale specializzato. Andiamo a vederlo. Il posto letto non è singolo ma in comune (e se ci sono due ragazzi dormono insieme?). Per usare la cucina ci sono degli orari rigidi: dalle 12 alle 13 e 30 e dalle 19 alle 20 «Poi serve a me», ci spiega il proprietario 70enne. Per poi aggiungere: «Qui non si fuma, non si fanno feste e non si portano donne a casa». Il contratto? «Non serve». Continuiamo con il quartiere San Lorenzo. Questa volta siamo su Internet in uno dei tanti forum per studenti. Scartiamo quattro annunci che chiedevano da 600 a 700 euro per una stanza singola, proviamo a visitare un appartamentino la cui richiesta è 500 euro. Ci accorgiamo presto, però, dov'è l'«inganno». Non è un piano terra come descritto, ma un sottoscala vicino alle cantine dal quale si accede scendendo un piano. Quindi niente finestre (ma c'è l'aria condizionata), un bagno dove si entra di traverso per quanto è piccolo e una cucina (c'è scritto proprio cucina) che è piuttosto un angolo cottura con un fornetto elettrico e un mini lavandino. Di contratti, ancora una volta, neanche a parlarne.

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