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Cade il muro della vergogna

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Il muro che spaccava in due via Fibonacci, nella borgata Massimina, è stato abbattutto. Dopo tre tentativi falliti, a causa delle proteste dei residenti, la frontiera abusiva tirata su la notte tra l'11 e il 12 giugno è franata sotto i colpi delle ruspe circondate da poliziotti, carabinieri e vigili urbani. Un dispiegamento imponente di forze dell'ordine per scoraggiare quei residenti che fino a ieri hanno difeso con le unghie e con i denti la barriera che spezzando in due il quartiere ha fatto impazzire il traffico in un'area dove vivono 4.500 persone. Una barricata eretta per protestare contro le ondate di auto provenienti dal Consorzio Giardini del Pescaccio. Il muro era la risposta di chi chiede la riapertura di una strada comunale utilizzata dal parco acquatico Hydromania che, in un primo momento, consentiva proprio il passaggio dei veicoli provenienti dal Consorzio (c'è una sentenza del Tar e il contenzioso è ancora in piedi). Via Fibonacci è una strada privata aperta al pubblico transito, lunga quasi due chilometri. Gli abitanti sono divisi in due fazioni: pro e contro muro. I primi, ossessionati dal traffico, sono coloro che vivono nel primo tratto di strada. Gli altri, i residenti del secondo tratto, a causa del muro erano costretti a percorrere 3,7 km in più per raggiungere le loro case attraverso via Giovanni Neper e via di Casal Lumbroso. Ieri mattina le ruspe si sono presentate alle 7,30 assieme a quattro auto dei vigili urbani, quattro pattuglie dei carabinieri e tre furgoni del commissariato Monteverde. Stavolta la protesta non ha impedito l'abbattimento della muraglia in calcestruzzo armato lunga due metri, alta 1,75 e larga 80 centimetri. Ma non sono mancati attimi di tensione. Un uomo ha fronteggiato la ruspa con un neonato in braccio. La polizia lo ha fatto spostare e il muro è crollato. Asserragliati a trenta metri di distanza alcune decine di residenti che hanno inveito contro i demolitori. Ma c'era anche chi ha esultato. Alberto Bottacchiari, portavoce della fazione antimuro, è raggiante: «È stato ristabilito lo stato di diritto». Intanto, il presidente del XVI Municipio, Fabio Bellini, stempera gli animi: «Comprendo la protesta, ma non si può chiudere una strada dove c'è anche un asilo nido». Comunque la soluzione è vicina: «C'è un progetto del Comune per realizzare un'altra strada a carico di Hydromania. I lavori potrebbero partire già a settembre».

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