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Si è costituito il presunto killer

Carmine Gallo, il boss di camorra ucciso a Montespaccato, sull'Aurelia a Roma (foto Gmt)

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Si è costituito l'altra notte in Questura il presunto killer del collaboratore di giustizia Carmine Gallo, 52 anni, di Torre Annunziata, ucciso domenica mattina a Montespaccato con quattro colpi di pistola. Si chiama Edoardo Miceli Corchettino, 59 anni, siciliano di Canicattì, titolare nella stessa zona della torrefazione caffè Tahiti e distributore di bibite, e residente a poca distanza dalla vittima. Miceli si è presentato ai poliziotti accompagnato dal suo legale, l'avvocato Cesare Placanica. Il pm Dall'Olio ha disposto il fermo che ora dovrà essere sottoposto a convalida da parte del giudice. Anche se il sospettato numero è a disposizione degli investigatori, il delitto non è stato ancora chiarito. Miceli non ha ammesso di aver sparato a Gallo. Quindi non ha fornito alcun movente, anche se il suo avvocato assicura che «fornirà una sua versione dei fatti». Pure l'arma del delitto, la pistola usata per uccidere, mancherebbe all'appello. Gli investigatori sono arrivati a Miceli quasi subito. L'omicidio è avvenuto alle 10 circa di domenica, in via Bistagno, all'angolo con via Cornelia. Gli indizi sono saltati fuori uno dopo l'altro. Prima a terra è stato trovato il telefonino in uso a Miceli anche se intestato a un'altra persona, poi è stato rinvenuto il furgonicino con la scritta Tahiti che il siciliano avrebbe usato per raggiungere la vittima: tracce di sangue erano sul volante e sull'asta del cambio. Nel bagagliaio del mezzo erano sistemate alcune confezioni di bibite. Inoltre ci sono le testimonianze. Quella mattina Miceli si sarebbe dato appuntamento con Gallo. Il primo arriva col furgoncino, il secondo a bordo di una Fiat Stilo. Avrebbero preso un caffè al bar e poi, una volta in strada, tra i due sarebbe scoppiata una discussione nel corso della quale Miceli sarebbe stato anche picchiato (questo potrebbe spiegare le tracce ematiche nell'auto, sono in corso accertamenti della Scientifica, e chiarirebbe anche come ha fatto a perdere il telefonino). Da qui la furia omicida e i quattro colpi: alla coscia, al collo, due al petto. Se è vera la dinamica, del tutto incerto è il presunto movente. Soldi? Vecchi rancori? Gli investigatori tenderebbero a escludere la pista "malavitosa" da cui tutto sarebbe nato per motivi legati a strani affari. L'avvocato ha rassicurato: «Spiegherà».

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