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Gli irriducibili s'aggrappano al muro abusivo di Roma

Il muro che divide via Leonardo Fibonacci

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Camicie, bermuda, scarpe da ginnastica, muscoli sudati, visi tesi stringono d'assedio il muro della vergogna. C'è aria di guerra. Non siamo a Gaza ma a Roma. Borgata Massimina. Uno spicchio di villini infilzato nelle colline dell'agro. Il Muro spacca in due via Leonardo Fibonacci, trait d'union tra il Raccordo anulare e il resto del mondo. E lì, a gridare, sudare, spiegare, inveire c'è il resto del mondo. Cioè la stragrande maggioranza dei residenti, sbattuta dietro la cortina di ferro. Tre settimane fa Massimina s'è ritrovata spaccata in due, come Berlino all'alba del 13 agosto 1961. I pannelli in cemento rassomigliano a quelli che separavano la Germania Est dall'Europa occidentale e americanizzata. «C'è pure l'intercapedine di sicurezza, per impedirne lo sfondamento come a Berlino», scherza Alberto Bottacchiari, leader degli Arrabbiati che vogliono abbattere la cortina. La ruspa accende i motori, appoggia la benna su quella barriera, evidentemente abusiva. «Aho! Er muro nun se tocca!» Gli Irriducibili, che quella piccola grande muraglia vogliono per difendersi dalle orde di automobilisti simili (secondo loro) ai barbari mongoli che devastarono il quieto e fiorente impero cinese, si frappongono tra la ruspa e la cortina. Ed ecco che dalle coste del Mar Giallo ci ritroviamo in piazza Tien'anmen. Con la gru al posto del carroarmato. E i vigili urbani, come i soldati di Pechino, che cercano di evitare lo scontro. Loro ci riescono. La ruspa viene fermata. La demolizione rinviata. L'odio ha prevalso sulle ragione e sulla legge. Ovviamente tutti negano di aver mai eretto la barriera. Ma dalle parole si capisce che gli Irriducibili si sentono assediati, dal traffico, dal degrado, dal silenzio assordante di una città che se ne frega. Si sentono assediati come le enclave spagnole di Ceuta e Melilla in terra d'Africa. Che, non riuscendo ad arginare l'onda di migranti, si sono barricate dietro mura impenetrabili. Nell'enclave di via Leonardo Fibonacci è invece Roma che deve stare alla larga. Anche se presto la questione finirà davanti a Cesare, nell'aula dedicata al Divo Giulio dove si riunisce il consiglio comunale che dovrà discutere la mozione presentata da vicecapogruppo del Pdl Giordano Tredicine. I palestinesi imprigionati dietro il muro della vergogna sparano razzi Qassam contro i «carcerieri» israeliani. Gli abitanti di Massimina, che alla violenza non sono avvezzi, si sono limitati a scrivere sulla cortina di cemento un ironico, beffardo e romanesco «Mortacci vostri».

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