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Il S. Camillo e la protesta delle tre "p"

L'ospedale San Camillo

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Non c'è pace per il San Camillo e, più in generale, per la sanità laziale. Domani medici e pazienti manifesteranno sotto il nosocomio di circonvallazione Gianicolense per denunciare la paralisi in cui versa l'ospedale. A lanciare la manifestazione pubblica «3pday» è Bruno Schiavo, segretario dell'Anaao (medici ospedalieri) del San Camillo: «Il nosocomio è paralizzato. Vogliamo denunciare le gravissime criticità assistenziali dell'ospedale e del Pronto Soccorso in particolare». Sotto la lente d'ingrandimento anche i debiti e la mancanza di un piano di riorganizzazione regionale. I camici bianchi chiedono «scelte gestionali ponderate che correggano i precedenti errori». Tre «p», come posti letto, pronto soccorso e precariato, i tre grandi problemi del San Camillo. Negli ultimi quattro anni sono stati 300 i posti letto tagliati a fronte di zero investimenti e del mantenimento in vita di ospedali «troppo piccoli per essere veri». La carenza di degenze allunga poi le liste d'attesa al pronto soccorso. L'emergenza è ormai al collasso con i pazienti costretti a code lunghe ore: secondo l'Anaao nel 2010 oltre duemila persone attenderanno per oltre 24 ore. Il blocco del turn over e il precariato rendono poi il quadro desolante. Oggi intanto la giunta Polverini si riunirà alle 14 per deliberare la mancata proroga dei dieci dg in scadenza. Al loro posto i manager più anziani o commissari di transizione in vista dell'accorpamento delle Asl.  

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