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Cure anticancro per pochi al policlinico Tor Vergata

Terapia anticancro

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Il cancro non va in vacanza. Eppure al San Camillo Forlanini i farmaci per la terapia antiblastica stanno arrivando in ritardo. E il day hospital pneumoncologico unificato è nel caos. Basta un'ora di ritardo e scoppia il caos tra i malati convocati sui due turni di consegna dei farmaci, 9.30 e 11.30, così si legge nella lettera inviata dal prof. Filippo De Marinis, direttore di Pneumologia Oncologica al direttore del Laboratorio di farmacia, Teresa Calamia, e per conoscenza al ds, Diamante Pacchiarini. Problemi anche al policlinico universitario di Tor Vergata dove i malati di cancro dovranno aspettare l'arrivo dell'autunno, per fare ipertermia. «In ambulatorio c'è ancora una sola sola macchina del calore» spiega il prof. Giuseppe Maria Pigliucci (nella foto), responsabile dell'ambulatorio di ipertermia. E per farsi applicare le piastre che scaldano e rimpiccioliscono i tumori, fermando la malattia, bisogna aspettare sei mesi, e nell'attesa si muore. «Noi che siamo in cura siamo fortunati, ma per chi deve attendere sarà un'estate di passione perché questa è malattia non perdona l'attesa» dice Catia Capretti, 40 anni. Pochi i pazienti, lunga la lista. «In questo momento ce ne sono circa 300» conferma il prof. Pigliucci - e dovranno aspettare mesi». Perché nel piccolo ambulatorio di ipertermia si possono trattare «solo 8-9 malati al giorno - spiega il professore - e considerando che ognuno deve fare 8-16 sedute blocca l'unica macchina per tre settimane. Ecco perché i 300 pazienti aspetteranno sei mesi». Anche i malati in cura premono per ottenere un altro macchinario. «Siamo tornati a vivere con questa terapia - dice Angela Speranza - e la stessa possibilità dovrebbe essere data ad altri». «Vorrei andare in tv per parlare di quanto faccia bene l'ipertermia - dice Benedetto D'Attilia, 66 anni - ho fatto anche la chemio ma dopo l'ipertermia mi sono sentito subito meglio. Però servono più macchinari e un ambulatorio più spazioso». Qualcosa però si sta muovendo. La speranza è affidata alla governatrice del Lazio Renata Polverini. «Le ho parlato - dice Pigliucci - e si è mostrata molto sensibile alle richieste dei nostri malati». Malati che continuano ad arrivare anche da fuori regione, col tamtam di è rinato. «Mio marito Sebastiano fa ipertermia da settembre e veniamo due volte a settimana a Roma da Assisi» racconta Simona Magrini, 34 anni.

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