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Dietro front. Solo 120 tagli all'ospedale San Camillo

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L'ospedale San Camillo

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Al San Camillo Forlanini solo 120 letti in meno, anziché circa 200. Il direttore sanitario Diamante Pacchiarini corregge il tiro con un piano bis per l'estate ventidieci, subito dopo la chiamata in Regione, venerdì, e l'incontro l'altro ieri di Pacchiarini e il dg Macchitella con la Governatrice del Lazio Renata Polverini, che ha dato 55 nuovi infermieri, 30 contratti prorogati e 25 nuove assunzioni per gestire l'emergenza. Ma la proroga dei contratti non era in discussione, fanno sapere dalla Regione. Pacchiarini ha interpretato, estremizzandolo il blocco del turn over. Il nodo da sciogliere adesso è stanare i furbi. Sulla carta ci sono 2.000 infermieri, operativi solo 900. Il nuovo piano sarà presentato oggi. Ma la notizia che primari e Rsu volevano sentire ha fatto il giro. Ginecologia e ostetricia, la più colpita dai tagli, perché con 22 letti in meno avrebbe perso il 17% dei posti, non chiude più. Salvaguardate le altre aree critiche: pronto soccorso, cardiochirurgia, chirurgia generale, l'emergenza toracica e la neurochirurgia (che ha 6 infermiere incinte), dove affluiscono il 70% delle emergenze dal pronto soccorso, soprattutto in estate. E i sei primari, capitanati da Delitala e Buoncristiani, si erano subito ribellati. Seguiti a ruota dai 10 direttori di Dipartimento. L'allarme è rientrato. Le romane non dovranno partorire sotto i ponti, come profetizzato. «Ci sarà solo una pausa operativa di 10 giorni a cavallo di Ferragosto per dare le ferie al personale come è accaduto anche gli altri anni» spiega Claudio Donadio, direttore del Dipartimento materno infantile e primario di Ostetricia e Ginecologia, che ha anticipato il nuovo piano. Per Bruno Schiavo, segretario aziendale Anaao, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri, «Pacchiarini poteva evitare di fare la sparata con i 172 posti letto da tagliare; era presumibile che la Regione avrebbe autorizzato le richieste di proroga per le figure legate all'assistenza in emergenza urgenza. E comunque non condividiamo le modalità di questo nuovo piano che ancora non conosco perché, ancora una volta, è stato redatto senza consultare i primari e le organizzazioni sindacali».

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