Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Al San Camillo è vietato partorire a luglio e agosto

L'ospedale San Camillo

  • a
  • a
  • a

Mamme in attesa di partorire in corridoio, malate di cancro accanto alle puerpere, o a donne che devono affrontare un aborto terapeutico con la morte nel cuore; o puerpere col figlio attaccato al seno vicine a chi sta per inghiottire la pillola Ru486. Questo lo scenario per l'estate ventidieci al San Camillo. Ma la promiscuità non sarà la cosa peggiore. «A luglio e agosto manderemo le donne a partorire sotto i ponti. Coi tagli di letti e la maternità del Sant'Eugenio chiusa che dovremo assorbire e la probabile chiusura del San Giovanni per ristrutturazione qui non ci sarà più posto» profetizza Claudio Donadio, direttore del dipartimento Materno infantile e primario di Ginecologia al San Camillo Forlanini: 3.500 parti l'anno in una struttura di terzo livello, la più sicura, che è anche punto di riferimento regionale per gravidanze a rischio e tumori di utero e mammella. Ma quest'estate nel reparto gioiello rischia di fermarsi tutto. «La Direzione sanitaria dell'Azienda San Camillo Forlanini taglia per l'estate 172 letti in un ospedale già in ginocchio. E senza aver prima consultato primari e sindacati, che hanno appreso dai giornali questo provvedimento che rischia di paralizzare le capacità assistenziali del San Camillo Forlanini» accusano Bruno Schiavo, segretario Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri aziendali, e Donato Antonellis, segretario regionale. Contro il piano di chiusure estive firmato dal direttore sanitario aziendale Diamante Pacchiarini (documento prot. n. 5567/Ds) ieri mattina 10 direttori di dipartimento si sono riuniti in conclave. Con effetto domino i tagli finiranno per pesare anche sul pronto soccorso, con pazienti in barella per giorni. Anche quelli con trauma cranico, «il 70% delle emergenze che arrivano a Neurochirurgia», avevano denunciato martedì a Il Tempo 7 primari di Neuroscienze testa e collo. E ieri «il blocco del pronto soccorso riferimento per due milioni e mezzo di utenti» è stato ribadito dai 10 super primari in un documento inviato alla governatrice del Lazio e commissario ad acta per la sanità Renata Polverini e al sub commissario Mario Morlacco. La causa, 100 infermieri in meno per il mancato rinnovo e l'assenza per malattia, gravidanza e ferie. Il più penalizzato il servizio materno infantile e ginecologia «22 letti in meno, il 17% dei tagli» dice Donadio che ha firmato il documento con Francesco Cremonesi, primario di rianimazione, Gasparrone, Medicina interna; Salvatore Di Giulio, Chirurgia dei trapianti; Cotroneo, Neuroscenze; Musumeci, Cardioscenze; Giovanni Puglisi, Malattie polmonari; Palumbo Medicina specialistica e i direttori dei dipartimenti di Medicina trasfusionale e dei Servizi. Una buona notizia per i malati a casa: la governatrice Polverini implementerà la telemedicina.

Dai blog