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Tutti a lezione di gavettoni nel fortino di Villa Sciarra

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Ieri,ore 10.30, Villa Pamphilj. Cielo grigio e sprazzi di pioggia. Ultimo appuntamento per la giornata romana dei gavettoni di fine anno scolastico. La Villa inizia lentamente a riempirsi di studenti del liceo Virgilio, l'ultima campanella è appena suonata. Come una colonna di fanti entrano lenti e ordinati dall'ingresso di via San Pancrazio. Il check point è la fontanella di piazzale dei Ragazzi del 1849. Uno alla volta i «soldati» riempiono le loro armi. C'è la fanteria leggera, armata dei classici palloncini e quella pesante, dotata di bottiglie da due litri e buste di uova e farina. Il primo campo di battaglia è nel cuore della Villa. I ragazzi si lanciano nella mischia, gettando acqua, uova e farina alla rinfusa. Sono le prime schermaglie della giornata. Le ragazze sono le più ostinate e fanno la spola dalla fontanella per ricaricare le armi delle compagne, che intanto prendono di mira i maschi a qualche decina di metri di distanza. «Lo facciamo anche per "rimorchiare"» dice Francesco, 16 anni. «Ma alla fine l'unica cosa che prendete è l'acqua che vi tiriamo noi» risponde divertita Eleonora, 15 anni. La prima battaglia dura poco, fino a mezzogiorno. Poi le «divisioni» decidono una ritirata strategica. Una guerra di movimento, concepita proprio per evitare i controlli delle forze dell'ordine. Punto d'incontro: Villa Sciarra. Un fortino cinto da possenti mura che nasconde una fontana e alberi ideali per gli agguati. Qui è battaglia vera. Ci sono anche gli studenti del Kennedy, armati di tutto punto e decisi a festeggiare la fine dell'anno scolastico con un bel bagno. E c'è anche chi crede di stare allo stadio e arriva con i fumogeni. La fontana è temutissima. Molti vengono gettati dentro l'acqua tra le risate generali, altri si limitano a lanciare qualche palloncino condito da farina e tuorli d'uovo. All'improvviso spunta anche un estintore ad anidride carbonica, uscito chissà da dove. Scatta il fuggi fuggi, ma è un falso allarme. Spara a salve. E allora tutti di nuovo alla fontana, che con il bollente sole dell'una che ha fatto capolino, si trasforma in una piscina. All'una e mezza gli studenti sono esausti, hanno scaricato tutte le munizioni e sono soddisfatti. «I gavettoni sono il massimo per scaricare tutte le tensioni accumulate durante l'anno» dice sorridente e inzuppato Roberto. Una battaglia senza risvolti di protesta, a differenza di quella organizzata contemporaneamente sotto al Ministero della Pubblica Istruzione. Una ventina di studenti hanno esposto uno striscione con la scritta «la riforma fa acqua da tutte le parti», al grido di «la scuola è finita ma i tagli continuano». Alla fine gli studenti, che intanto si apprestavano a iniziare la battaglia d'acqua, sono stati invitati dalla polizia a spostarsi da un'altra parte. Non erano stati autorizzati.

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