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"Ruba borse", vigilessa nei guai

Roma, vigili urbani

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Nella caccia tra guardie e ambulanti a finire preda è una vigilessa, identificata dai carabinieri perché avrebbe preso due borse false. La storia non è chiara, si sa solo che la donna è finita in caserma e che i militari sembravano più convinti delle proprie ragioni che delle sue. Alla fine, lunedì, sarà il magistrato a decidere se denunciarla oppure soprassedere. La vicenda non ha fatto molta strada negli uffici giudiziari ma ha sollevato un gran polverone. Ha messo a rumore il Comune di Roma, il Corpo dei vigili urbani, i sindacati di categoria e in un certo modo anche i carabinieri, tempestati sin dal pomeriggio di chiamate per cercare di capire una vicenda al limite. Infatti è di pomeriggio, dopo le 13, sotto il sole di Roma, che scoppia il caso. Come sono andati i fatti è ancora mistero, zona di confine tra il vero e il faslso dove è più facile accomodare le cose. Le versioni sono tre. La prima. La vigilessa, 35 anni, da dieci nella Municipale, al I Gruppo (competente sul centro storico), arriva con la metro e scende alla stazione di piazza di Spagna, zona dove lavora ogni giorno. È diretta al palazzo della Congregazione Propaganda Fide, a piazza Mignanelli, dove c'è uno spazio per cambiarsi, indossare la divisa e prendere servizio. Durante il tragitto, la vigilessa in borghese nota un bengalese carico di borse. Prova a rincorrerlo, a prenderlo, ma non ci riesce. L'extracomunitario è più veloce. Però lascia a terra il carico. La vigilessa prende il telefonino, avvisa il Gruppo che ha con sé i due borsoni mollati da un ambulante abusivo fuggito via, poi prende la merce per raggiungere Propaganda Fide. È a questo punto che intervengono i carabinieri. Sono del Comando per la Tutela del lavoro. Anche loro stanno facendo un controllo sul commercio abusivo. Hanno visto tutta la scena, sin dall'inizio. La legge prevede che il vigile urbano scriva subito e sul posto il verbale di sequestro. Cosa che la nostra vigilessa in borghese non ha fatto. Quindi agli occhi dei militari le borse hanno più l'aria di una appropriazione indebita che di un sequestro. La vigilessa si dichiara, spiega cosa ha tentato di fare e cosa ha fatto. Non serve, finisce al Comando carabinieri di San Lorenzo in Lucina. Seconda versione. È lo stesso bengalese a chiamare i carabinieri perché la vigilessa gli ha portato via le borse. Così la vanno a prendere e la portano in caserma insieme col bengalese. Terza versione. La vigilessa è in divisa, situazione che manda in pezzi le precedenti due ipotizzando uno scenario di cui però mancano anche i contorni per immaginarlo. Di certo ci sono le reazioni di vigili urbani, Comune e sindacati. Per il comandante della Municipale, Angelo Giuliani, e il delegato del sindaco alla sicurezza, Giorgio Ciardi: «È tutto un equivoco che verrà sicuramente chiarito». Il delegato Cisl, Gabriele Di Bella: «Solidarietà e vicinanza alla collega colpevole d'aver svolto il controllo della vendita di merce abusiva».

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