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Gavettoni in anticipo per dribblare la polizia

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Gavettoni per l'ultimo giorno di scuola

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Due ore in trincea. Accovacciati sotto le auto. Tra i motorini. Col secchio pieno d'acqua fino all'orlo. Le bottiglie, da un litro e da mezzo, in fila sul ciglio del marciapiede. Il capo squadra del liceo scientifico Talete che fa su e giù guardando l'orologio. Mentre i suoi attendono il segnale. Sono le 12.30 del penultimo giorno di scuola. La guerra dei gavettoni quest'anno inizia in anticipo. Succede in varie scuole di Roma. Dal Ferraris al Newton. Un giorno prima, «perché domani la polizia farà in modo di non farci fare troppo casino. E noi - spiegano i liceali - al casino di fine anno non ci rinunciamo». A poche centinaia di metri dal Talete s'organizzano gli altri. Quelli del Mamiani, il classico in via delle Milizie. Gli ultimi arrivano dal supermercato. Portano quattro pacchi di farina. Più tre confezioni di uova. La squadra è pronta. Si parte. Passo svelto lungo il muro poi svolta a destra. Subito a sinistra e tutto dritto si arriva a via Camozzi, dove aspettano quelli dello scientifico. Cento metri all'arrivo. Poi un urlo. Parte una secchiata d'acqua. E in via Silvio Pellico la guerra ha inizio. I ragazzi delle due scuole si affrontano dalla distanza. Da una parte sparano le munizioni in bottiglia. Dall'altra lanciano buste. Edoardo punta Maicol, Anna cerca Carlo. Poi Simone, Lorenzo, Tommaso e Valerio riescono a raggrupparsi e correre verso Giancarlo e Valerio. Tocca al lancio delle uova. La prima finisce sull'asfalto. Anche la seconda. «Calma! Calma! Questa fa male!!!». Ma l'urlo di Anna non arriva in tempo e splash. Si ritrova con i capelli pieni di tuorlo. Inutile cercare di toglierlo con le dita. Viene via solo un po' di buccia. Ma a quel punto il limite è passato. Tutti sono bagnati dalla testa ai piedi. Saltano le regole. Dal Telete e dal Mamiani escono altre classi che si aggiungono alla battaglia. E subito si passa al corpo a corpo. Con le mani che s'intrecciano cercando di smorzare i lanci di uova. Qualcuno va alla fontanella per fare scorta d'acqua. Ma nella fuga è colpito da mezzo chilo di farina. Testa sotto il «nasone», rifornimento di liquidi e scatto di reni verso il compagno per vendicarsi. È un crescendo di risate. Un ragazzo torna correndo da piazza Mazzini: «Andiamo, ci stiamo tuffando nelle fontana». E via verso l'ultimo bagno che segna la tregua. Alla faccia dell'ultimo giorno di scuola. Sono le 14.30. In via Silvio Pellico passano gli ultimi superstiti. Uno prova un ultimo agguato. Fallisce. Tutto intorno l'asfalto è bianco. Le macchine sono bagnate. Il giornalaio all'angolo tira un sospiro di sollievo. Passa una volante. Si ferma. I due agenti sorridono. Si guardano attorno stupiti. Neanche fosse passato un uragano. Poi ripartono. Tra il Talete e il Mamiani non si vede neppure uno zaino. Qui è tutto finito.

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