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Vip e politici stregati dal gelato siciliano

La signora Giuseppina della Cremeria Monteforte a due passi dal Pantheon a Roma

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All'ingresso della storica Cremeria Monteforte di via della Rotonda, accanto al Pantheon, c'è una foto in bianco e nero della piazza. La gelateria è sempre stata lì. Dal piano di sotto arriva un profumo intenso di marsala. La signora Giuseppina sta preparando la mousse allo zabaione. «Il segreto per fare lo zabaione buono è aggiungerci il marsala e un pò di farina per dargli consistenza». Pina, così preferisce essere chiamata, si è trasferita a Roma dalla Sicilia quando era bambina, quasi sessant'anni fa. Ha imparato il mestiere da suo fratello Salvatore. «Prima al Pantheon c'eravamo solo noi. Oggi si improvvisano tutti gelatai». In questi anni passati dietro al bancone, ha visto tanti vip andare via con il cono in mano. Personaggi dello spettacolo, ma anche politici della prima e della seconda Repubblica. «Qui veniva sempre Andreotti. Una volta sono entrate la Cucinotta, Mara Venier e persino Lauren Bacall», la moglie di Humphrey Bogart. «Era piena di bracciali», racconta.   Lascia spazio ai ricordi Pina, mentre passa in rassegna le vaschette con i gusti della tradizione siciliana. Mandorla, pistacchio, cassata. «Se state a dieta è meglio che non guardate». Poi inizia a preparare la fragola. «La frutta la scelgo io, solo quella di stagione. La lavo e la metto nella macchina con acqua e zucchero». È un'arte. Hanno provato a convincerla a usare il «rinforzino», i grassi vegetali idrogenati che servono a colorare e gonfiare il gelato. «Solo lei non li usa - mi hanno detto i fornitori - ma io non riesco a lavorare con le cose che non mi piacciono». Intanto raccoglie la fragola cremosa nella vaschetta di acciaio, aggiunge pezzi di frutta fresca e la mette nel frigorifero insieme alle altre. «Il gelato rispecchia il gelataio. Se lo fai con amore viene per forza buono». Lei non va tanto d'accordo con la tecnologia. «Le nuove generazioni di gelatai senza i macchinari sono persi». Fino a poco tempo fa usava la frusta per montare la panna. Oggi è fuori produzione. «Sono stata costretta a spendere 2500 euro per un montapanna automatico». Uno spreco di soldi per chi è della «vecchia scuola». Pina lascia ancora la frutta a macerare con il limone la sera prima, lava le mandorle a mano e aggiunge alla mousse il marsala della sua Terra. Per lei, la tradizione e il fascino di questo mestiere hanno ancora il sapore di zabaione.

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