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Il sorriso di Athena dopo Ventotene

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Athena Raco, sopravvissuta al crollo di Ventotene, festeggiata dai compagni di scuola in ospedale

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Quattordici candeline sulla torta. Ma nessun coro di buon compleanno. Athena Raco, l'adolescente sopravvissuta al crollo di Ventotene, ha rinunciato alla canzone «tanti auguri a te» che avrebbero intonato per lei i suoi compagni di classe. «Non cantate per me, pensiamo invece a Sara e Francesca che non ci sono più» ha detto Athena, che ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare le amiche, sepolte dal costone di tufo piombato su Cala Rossano il 20 aprile, mentre erano in gita scolastica a Ventotene. «Sono nata il 2 giugno e alla mia festa, qui in ospedale, mancavano solo loro due» ha detto con le lacrime agli occhi ieri mattina Athena, inchiodata al suo letto d'ospedale all'Aurelia Hospital, dove la ragazzina resterà per mesi dopo il trasferimento dal Santa Maria Goretti di Latina, dove fu operata subito dopo la tragedia. Nella stanza messa a disposizione dalla direzione sanitaria per festeggiare il quattordicesimo compleanno di Athena, mercoledì pomeriggio, c'era tutta la III A, i 23 alunni della scuola media Anna Magnani di Morena, che la mattina del crollo si trovavano a Cala Rossano. «Michela, Giulia, Gabriele, Federico, Andrea, Gian Marco e Alessandro», vorrebbe ricordarli tutti i nomi dei suoi compagni di classe, che in questo mese e mezzo non l'hanno mai lasciata sola. «Vengono a trovarmi quasi ogni giorno» dice Athena. Soprattutto, Ionelia, la compagna di classe romena, che le ha salvato la vita. «Erano già amiche del cuore, ma adesso sono inseparabili» dice la mamma Alessandra. «È stata Ionelia a scavare con le sue mani quando ha visto spuntare dalla sabbia la mia maglietta rossa mentre tutti erano impegnati a disseppellire Sara e Francesca, sepolte dal masso» ha ricordato Athena. Ionelia, ragazza coraggiosa. «Mi diceva "non te ne andare, non te ne andare" - racconta l'adolescente - ed io la sentivo e pensavo: "come faccio ad andarmene, sono seppellita qui sotto" ma non potevo parlare». Adesso è tempo di esami. Anche per Athena. «L'esame lo faccio subito anch'io perché ci tengo - dice la ragazza con una punta d'orgoglio - A scuola sono brava e anch'io potrò sostenere gli esami come i miei compagni invece di rimandarli a settembre». I professori verranno qui all'Aurelia Hospital. «Il 25 giugno avrò gli orali, dopo i quattro scritti». Athena non si può ancora muovere. Ha subito tre interventi chirurgici, l'ultimo il 4 maggio per la ricostruzine del bacino polverizzato dal masso che l'aveva sepolta, 14 ore sotto le mani esperte dei prof. Massimiliano Nannerini e Michael Oransky. «Si sono contraddistinti anche per la splendida relazione umana» dice la mamma Alessandra. Una settimana fa le hanno tolto il gesso al braccio sinistro, ma Athena ha ancora un ferro ad una gamba. E stamattina comincerà la lunga riabilitazione con Mario, che la seguirà per mesi. Ora che il gesso al braccio non c'è più Athena ha ripreso il suo violino. «Oggi (ieri ndr) - dice - avrei dovuto sostenere l'esame al conservatorio de L'Aquila» dove studiano anche i fratelli: Alessandro Girolamo, 16 anni, che suona il clarinetto e Aurelio Marco 11, che ieri ha superato l'esame ed è stato ammesso al quarto anno di pianoforte. Messaggini e telefonate anche dai docenti: l'hanno chiamata il prof. Antonio Galeone di lettere, la vicepreside Mimma Cucco, che insegna musica, Marina Minucci, prof di matematica, il preside Riccardo Brugner e persino le maestre delle elementari: Antonietta, Sandra e Gabriella «che si tengono costantemente aggiornate sui progressi di Athena» dice la mamma Alessandra. E anche la maestra Concetta, una delle insegnanti più amate da Sara.  

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