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Ospedali chiusi, residenti in rivolta

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Ai Castelli la notizia della disattivazione dell'attività per acuti, entro dicembre di quest'anno, presso l'ospedale Spolverini di Ariccia e il «Cartoni» di Rocca Priora ha avuto l'effetto di un fulmine a ciel sereno che ha scatenato una vera e propria bufera di proteste. Questo nonostante le parole rassicuranti, pronunciate ieri mattina, a Roma, dal Governatore del Lazio in occasione dell'anniversario della Festa della Repubblica: «Nessuno deve essere preoccupato in quanto non stiamo tagliando nulla, anche perché tagliare un posto letto non significa risparmiare: rimane il costo della struttura e del personale». La Polverini ha ribadito che non si tratta di «tagli», bensì di «riconversione dei troppi posti letto per dare delle risposte diverse al territorio, con Rsa e lungodegenze». Non è dello stesso avviso il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Astorre (Pd) che contesta la parola «riconversione» ma parla di tagli, chiedendosi «quale sarà il livello di omogeneità qualitativa e quantitativa dell'offerta, nelle quattro macro aree prefigurate, una volta realizzato questo disegno. «In realtà - dice Astorre - siamo al cospetto di parole d'ordine, in attesa di vedere sparire non pochi servizi sanitari in tutte le province». Anche qui ai Castelli, il «messaggio di pace» non ha placato gli animi di coloro che pensano che i due ospedali siano stati condannati a morte. «Non ci posso credere, questo è un omicidio preterintenzionale - dice sbalordita Fernanda Denni, malata di poliomelite presso lo Spolverini - proprio gli acuti che hanno bisogno di continue cure sono stati fatti fuori». In queste ore, malati e cittadini si stanno raccogliendo in un Comitato in difesa dei pazienti dello Spolverini, fondato ieri mattina da Teresa Fani, responsabile dell'associazione dei poleomelitici con la partecipazione di medici, esponenti del Pdl ariccino come Michele Serafini, che da sempre si è battuto per la causa, ma anche altri militanti locali di centrodestra come di centrosinistra. L'obiettivo di Fani è chiedere, con estrema urgenza, un colloquio col governatore Polverini per tentare di salvare in extremis, questa struttura specialistica riabilitativa, l'unica che cura la sindrome della poliomelite nel Lazio, con assistenza ortopedica e neuromotoria d'eccellenza, le cui prestazioni ambulatoriali sono circa 10 mila l'anno di cui il 70% sono ortopediche. E i posti d'ortopedia sarebbero, adesso, destinati alla dissoluzione. Ma allo Spolverini c'è comunque confusione, perché ora coesistono insieme anche senologia e oncologia. «Se servirà occuperò lo Spolverini- afferma Donato Robilotta coordinatore regionale Pdl - questo è un regalo del centrosinistra che grazie alla presenza - assenza dell'Ospedale dei Castelli, che non esiste nella rete ospedaliera, ha creato problemi alle strutture esistenti e debiti che i responsabili pagheranno di tasca propria».

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