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Il Tar ha bloccato la delibera comunale che assegna il Centro Carni all'Ama

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Igiudici della II sezione, presieduti da Luigi Tosti, infatti, hanno accolto gran parte delle censure formalizzate da trentatrè aziende operatrici del centro di via Palmiro Togliatti con gli avvocati Antonio Lirosi e Antonio D'Alessio. I ricorrenti sostenevano la violazione dei principi sull'indebitamento delle aziende e la normativa in tema di «aiuti di Stato»; il Comune, invece, ha fin da subito sottolineato la legittimità dell'intera operazione e il trasferimento del Centro al C.A.R. di Guidonia. Per il Tar del Lazio, per garantire la legittimità della delibera con la quale è stato dato il via all'assegnazione ad Ama del Centro carni «non basta - si legge nella sentenza - predicare che la stessa sia un atto d'alta amministrazione recante scelte essenziali e strategiche, sotto il duplice profilo della ricapitalizzazione dell'Ama e della valorizzazione urbanistica del Centro carni. Occorre piuttosto che il Comune dia seria contezza che l'operazione di ricapitalizzazione sia legittima e congruente con tutti gli interessi pubblici implicati nella vicenda». Nessuna preoccupazione viene espressa dall'Avvocatura del Comune secondo la quale «la sentenza del Tar conferma la piena legittimità dell'operazione di ricapitalizzazione dell'azienda di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e non ostacolerà il piano di risanamento di Ama avviato dall'Amministrazione capitolina». I giudici, spiega l'Avvocatura, hanno infatti cassato, per difetto di motivazione, solo alcuni passaggi del provvedimento convalidando, per altro verso, in ogni sua parte tutte le scelte fatte dall'Amministrazione. Non la pensa così Michele Baldi, leader del Movimento per Roma e promotore del ricorso: «Il parere del Tar è la dimostrazione di quanta ignoranza, presunzione e poca trasparenza ci sia accanto al sindaco Alemanno».

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