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I privati: invece dei tagli fateci gestire gli ospedali

Una corsia di ospedale

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La luna di miele tra Renata Polverini e sanità privata è già finita. Aiop, Confindustria e Federlazio, che rappresentano circa il 95% del comparto, si ritirano sull'Aventino e aspettano un segnale dalla governatrice. A determinare la frizione, l'annuncio delle delibere sul taglio del 4% del budget per le strutture accreditate e del 10% per la riabilitazione comunicato «senza contraddittorio» alle associazioni di categoria dal subcommissario Morlacco, dal dirigente regionale Artico e dal «consigliere» Urbani e contro le quali Aiop, Confindustria e Federlazio annunciano di fare ricorso perché la misura «mette a rischio centinaia di lavoratori e la salute dei cittadini». La sanità privata è contraria al piano che la Polverini presenterà al governo lunedì (taglio di tremila posti letto) e denuncia l'«assenza di una regia di politica sanitaria e di interlocutori» e l'inappropriatezza dell'«approccio ragionieristico» col quale si pensa di porre rimedio a un disavanzo annuo di 1,7 miliardi e a un debito di 9,9 miliardi. «Fare il ricorso - spiega il responsabile Salute di Confindustria Riccardo Fatarella - è l'unico modo di difenderci». «Non si può riordinare la sanità tagliando tremila posti letto, le conseguenze sarebbero drammatiche - gli fa eco la presidente di Aiop Lazio Jessica Faroni - Si mettono a repentaglio centinaia di posti di lavoro e la salute dei cittadini che rischiano di tornare a sostare nei pronto soccorso senza assistenza». «Non accettiamo decisioni comunicate senza essere discusse - aggiunge il presidente di Federlazio Salute Raniero Benedetto - e, in mancanza della politica, ci appelliamo al diritto». La sanità privata costa alla Regione - secondo le associazioni - un terzo di quella pubblica e non produce spreco. Un esempio su tutti: «Il disavanzo di una Asl o di un'azienda ospedaliera non verrebbe coperto neppure tagliando del tutto il privato». I tagli fatti dal 2006 al 2009 «non hanno prodotto risultati».   Per le associazioni «serve una riforma totale e condivisa del sistema». Del piano alternativo (che prevedeva il taglio delle Asl e una diversa gestione dei policlinici e dei posti letto anche in ragione dello status di Roma Capitale) e dei tecnici che l'hanno redatto «non c'è traccia». Aiop, Confindustria e Federlazio si dicono disposti anche «a ulteriori sacrifici» a patto che vangano accolte tre proposte: un nuovo piano triennale, la riconversione dei posti letto in eccesso in Rsa (ne servono altri 7000) e gestione privata degli ospedali sulla scorta degli esempi virtuosi di Policlinico San Camillo e Di Liegro. «Fateci gestire gli ospedali in rosso, dove la Regione perde soldi, e dimostreremo come si può fare buona sanità, rimettendoli in sesto, senza licenziare nessuno». La governatrice è accusata di «non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale». Secondo Raniero Benedetto, Jessica Faroni e Maria Laura Garofalo «la Polverini non ha saputo spiegare al governo che una riforma sanitaria per rimettere i conti in ordine non si può fare in un mese. Capiamo che è obbligata dal governo a imporre certe misure, ma allora a che serve convocarci senza darci diritto di replica? La Polverini sta proponendo tagli orizzontali, contraddicendo le promesse elettorali. L'abbiamo sostenuta perché ha garantito la ritrattazione del piano Guzzanti. Senza, evidentemente, avere la forza per farlo». E sulla Regione si starebbe per abbattere un'altra tegola: il ricorso di alcune finanziarie per il pagamento di fatture da centinaia di milioni di euro comprate dai fornitori non soddisfatti.  

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