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Blitz nella clinica del killer Sospetti su altre 50 morti

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Angelo Stazzi

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S'indaga su altre 50 morti. Per l'ex infermiere del policlinico Gemelli Angelo Stazzi, 65 anni, e presunto serial killer di sette anziani pazienti, la ruota dei sospetti continua a girare. Ieri mattina gli investigatori della Squadra mobile sono andati nella clinica di Sant'Angelo Romano, a Villa Alex, dov'erano ricoverati i poveretti forse stroncati con una iniezione di insulina. Sequestrate cinquanta cartelle cliniche di anziani deceduti nella struttura sanitaria. Gli investigatori vogliono accertare l'attività svolta dall'ex infermiere dal 2002 al 2009, verificare se i malati che Angelo Stazzi seguiva siano morti per cause naturali oppure no. Impossibile non andare sino in fondo in questa storia. Il ruolo di Stazzi, in carcere per l'omicidio della sua collega al Gemelli Maria Teresa Dell'Unto (sparita il 29 marzo 2001), è stato scoperto dalla squadra Cold case (casi freddi) proprio andando a verificare: intercettando le conversazioni di Angelo Stazzi, carpendo spezzoni del suo segreto. E ascoltando le telefonate di quel periodo sarebbero venute fuori le ombre degli altri delitti. Questa l'ipotetica dinamica: fingendosi medico del Gemelli, Stazzi chiamava Villa Alex, chiedeva lo stato di salute dei suoi pazienti, e se la clinica confermava la gravità della situazione allora agiva iniettando insulina nelle vene dei poveretti (e pare anche aria). È per questo che si sono accesi i riflettori della Mobile sui sette decessi: ascoltando le strane chiamate di Stazzi, la sua attenzione su alcuni pazienti che stranamente morivano poco dopo. I nomi di cinque sono noti: Fiore Belmonte (90 anni, morto nell'aprile 2009), Sara Maddaloni (87, luglio), Anna Maria Montecchio (92, luglio), Giovanna Massardi (89, 6 ottobre) e Caterina Candidi (86, 7 ottobre). Per l'omicidio Dell'Unto, Stazzi è stato arrestato dalla polizia il 28 di quel mese. E a differenza degli altri anziani, ai quali sono stati celebrati i funerali subito dopo il decesso, nel caso degli ultimi due - Massardi e Candidi - il copione non è stato lo stesso. Su quei corpi all'epoca fu disposta l'autopsia: la Mobile già aveva i suoi sospetti. I parenti di una delle due anziane ricordano: «Con noi Stazzi aveva cambiato atteggiamento, sembrava irritato, nervoso, come se ci avesse incolpati del fatto che i funerali erano slittati». Il movente che si presume certo non vale una vita. Vista la sua situazione economica, i debiti, l'amore per il gioco e le donne, Stazzi avrebbe intascato una percentuale di 50 euro dall'agenzia di pompe funebri che organizzava il funerale, e una mancia dai parenti perché lui vestiva il cadavere. Dal carcere di Regina Coeli, dove da ieri per sicurezza è in cella da solo, Angelo Stazzi grida la sua innocenza. Lo fa in una lettera indirizzata alla comunità di Montelibretti, dove è stato esponente di una lista civica di centrodestra. «Cari cittadini di Montelibretti - scrive l'11 aprile - sono un vostro concittadino, vi chiedo perdono se il nostro paese è stato coinvolto in una brutta storia finita male, perciò vi dico che non sono il mostro che giornali e tv hanno fatto credere».

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