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Tutte pazze per l'arte della perfetta geisha

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Dopoi sabot con la pianta in paglia, i futon ordinati sui tatami e le candele istoriate di ideogrammi, sono cinquanta le allieve tornate sui banchi di scuola per imparare tutto, tranne a saperci fare con gli uomini. Visto che «gei» in giapponese significa arte e «sha» indica persona, la geisha è un'artista. E se a Kyoto bastano un'ora e mezza di trucco, qualche vestito credibile e un portafoglio farcito dai 7mila ai 35 mila yen per vestire i panni di musa moderna, a Roma dovete sborsare 500 euro per le 30 ore di lezione che terminano con un attestato finale. Ma solo dopo aver superato il geisha-party, una prova d'esame dove i clienti (uomini) attendono le maiko (apprendiste geisha), vestite in kimono per danzare, cantare e suonare. Altroché «meretrici». Avete mai sfiorato lo sguardo di una geisha? Le avete mai osservate coprirsi le labbra intense e sorseggiare del the verde? Le geisha compongono haiku (brevi poesie) e affrontano discussioni letterarie, filosofiche, economiche e politiche. Una preparazione che fa gola a Laura Ravaioli (chef del Gambero Rosso), alle attrici Alessandra Magrini e Manuela Unghero, come pure alla pittrice Monica Mazzoleni, che ha fatto i bagagli da Bergamo per partecipare alla maratona di tre ore dedicata al trucco. Ieri c'erano tutte loro, oltre a una tredicenne, al Centro di Naturopatia in zona Talenti. Ad accoglierle, la scrittrice Miriam Bendìa impegnata a tenere i corsi sulle arti delle geisha di Kyoto. Le altre 45 iscritte seguiranno la lezione di trucco a scaglioni, in gruppi di cinque. Ma cosa spinge a diventare geisha? «Le casalinghe partecipano ai nostri corsi per conquistare nuove armi di seduzione, per risvegliare mariti ormai troppo distratti e impigriti dalla routine – dice Bendìa - Le attrici, per migliorarsi nelle performance teatrali. Fotografe e pittrici, sempre in cerca d'ispirazione, trovano nuove modelle da ritrarre nei loro quadri. Non mancano anche degli uomini: Massimo Prizzon, fotografo di Milano, viene a seguire la lezione di trucco, martedì prossimo». Ce n'è per tutti, anche per i performer del bondage: «Del resto lo shibori (manipolazione della stoffa attraverso legature, cuciture o pieghe) è un'antica arte giapponese che le geisha appresero dai samurai», spiega l'insegnante. Intanto ci si organizza per la prossima lezione. Visto che tradizionalmente quella della geisha è l'unica professione che richieda un tirocinio più lungo di quello di un medico, le studentesse segnino in agenda la lezione del 12 giugno in zona Prati: il programma prevede la cerimonia del the. Per l'arte della calligrafia e quella di disporre fiori, della gastronomia nipponica e dell'acconciatura, c'è tempo.

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