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"Siamo tutti matti, viva la forza bruta"

I carabinieri davanti all'ingresso della ''Palestra popolare Primo Carnera'' nel quartiere romano di Montesacro

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"Gli ebrei devono sapere che noi semo tutti matti". Parole poco tranquillizzanti nei confronti della comunità ebraica quelle che il 3 febbraio 2010 Stefano Schiavulli rivolge a Maurizio Boccacci, due dei quattro indagati nell'operazione dei carabinieri del Ros. Si tratta di una delle tante conversazioni intercettate agli atti dell'inchiesta dalle quali emergerebbe, secondo gli inquirenti, che l'organizzazione Militia (di cui Boccacci e Schiavulli avrebbero fatto parte della struttura di vertice) era «proiettata a compiere azioni violente anche di natura xenofoba», in particolare ai danni degli ebrei di Roma. All'affermazione di Schiavulli, Boccacci replica che prima di morire «me levo qualche piccola soddisfazione». Schiavulli concorda e dice: «Certo, ti aiuto io...». Sempre nel corso della stessa conversazione telefonica, «facendo riferimento - affermano gli inquirenti - alla figura di Riccardo Pacifici», il presidente della comunità ebraica romana, Boccacci dice: «...trasformo, tu immagina che bella cosa, prima de annammene, due o tre mesi prima eh, trasformo un porco con un bell'angelo...». Il 24 marzo 2010 Massimiliano "Max" De Simone e Stefano Schiavulli parlano al telefono: gli investigatori ascoltano e anche da questo colloquio traggono la convinzione che in particolare Schiavulli è ben propenso a ricorrere alla violenza per fini di natura xenofoba. De Simone spiega a Schiavulli di trovarsi insieme a un'altra persona con cui stava parlando «di SS e del futuro di Militia a livello ideologico ed esoterico». «...a me non me ne frega un c... del livello ideologico esoterico...», replica però Schiavulli che se la prende con l'amico di De Simone: «Sto cornuto non viene a allenasse pe parlà...». De Simone ribatte che secondo il suo amico «il pensiero viene prima dell'azione (...) esiste un nucleo imprescindibile, infatti adesso stiamo diventando molto più esoterici, ho deciso! (...) perchè (...) l'azione senza il pensiero diventa solo forza bruta...». E Schiavulli: «viva la forza bruta (...) ma io ve sparo in testa a tutti quanti... ve lo dico eh...». In un'altra conversazione, il 29 marzo, Schiavulli viene contattato da una persona che dice di trovarsi in compagnia di Max De Simone a un concerto della «Compagnia dell'anello» in viale Tor di Quinto, a Roma, organizzato «per la commemorazione della morte di Peppe (Giuseppe, ndr) Dimitri». Un concerto al quale erano presenti, dice l'interlocuture di Schiavulli, «personaggi storici dell'ambiente», cioè dell'estremismo di destra, tra i quali «Stefano delle Chiaie», «Francesco Bianco» e «il Pantera» (Luigi Aronica). Schiavulli ribatte: «...che ce vado a fà... a ammazzalla a gente... (...) mò vado là ci sta tutta a gente del Pdl... li devo ammazzà...».

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