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Video choc: donna abusa di un bimbo

L'uomo chiave dell'inchiesta: il 12 aprile è stato fermato dalla municipale. Il bengalese teneva in schiavitù una polacca incinta

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Un bimbo bengalese di 3-4 anni, forse venduto al mercato pedopornografico, costretto a fare il baby attore porno, che simula l'atto sessuale con una donna grassa distesa sul letto. E ancora: una giovane connazionale nuda sui sedili posteriori di un'auto che sorride e si fa toccare dalle mani di un uomo. Sono i due video choc girati con un telefono cellulare, probabile spot di un giro di materiale hard e perverso all'interno della comunità bengalese ma che potrebbe aver attirato anche clienti italiani: il baby attore era chiamato «il prostituto», nome dalla grammatica troppo sofisticata per essere d'uso comune tra gli extracomunitari.  La storiaccia è venuta a galla dopo un'indagine durata mesi condotta dalla polizia municipale dell'VIII diretta da Antonio Di Maggio. Per ora c'è un arresto e due bengalesi fermati, di 24 e 26 anni, trovati in appartamenti a Centocelle e Garbatella, dov'erano ospiti di connazionali ambulanti e titolari di attività commerciali. Sono sospettati di essere autori e/o distibutori dei video, conclusione cui si è giunti al termine di perquisizioni in case e negozi a Garbatella e Centocelle, trovando 50 cd con altri video porno, e dopo gli interrogatori di altre 32 bengalesi portati ieri mattina nel presidio di Di Maggio. L'inizio della vicenda è coinciso con la fine di una precedente inchiesta, portata avanti sempre dagli investigatori del Gruppo di Tor Bella Monaca, e conclusasi il 12 aprile con l'arresto di un bengalese di 34 anni che per due anni aveva costretto in schiavitù una polacca incinta, obbligandola a prostituirsi e imbottendola di cocaina. Messo agli arresti, l'aguzzino qualcosa la spiffera. Dice che alcuni suoi connazionali hanno il vizietto di rapinare prostitute. Gli investigatori verificano. E trovano il caso di una lucciola aggredita il 18 novembre scorso sulla Laurentina da un altro del sudest asiatico. Passano al setaccio gli ambienti della prostituzione e bengalesi. Il 20 aprile il rapinatore è alle corde, in manette. Con sé ha un telefonino. In memoria gli investigatori trovano i due file: del bimbo in mutandine costretto a simulare una penetrazione con una donna, e della giovane nuda in auto. Ora si attende un'altra svolta nelle indagini. Aèpprezzamento da parte delle istituzioni. A partire dal sindaco Gianni Alemanno: «L'operazione merita un plauso da parte di tutta la cittadinanza».

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