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«Gli abbiamo tirato quello che avevamo»

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Secondolei erano italiani o extracomunitari? «Quelle persone parlavano un italiano corretto per rispondere alle nostre urla. Ma tra loro comunicavano in una lingua straniera». Perché lei e la sua famiglia avete deciso di intervenire? «Prima di tutto perché il proprietario del negozio è mio nipote e poi per un dovere civico che ci spinge a ostacolare attività criminali di questo genere». Quando era alla finestra a fare il tiro a bersaglio contro i banditi e suo marito era sul balcone per scaraventare giù i vasi, ha avuto paura? «Ora, ripensando alla scena mi viene da sorridere sul modo con cui abbiamo cercato di fermare i ladri, si figuri la nonna, con una protesi all'anca, si è messa dietro le persiane a gettare bottiglie. In realtà il malvivente per strada era talmente arrabbiato con noi che, se avesse avuto una pistola, non avrebbe certo esitato ad utilizzarla. Più volte infatti ha istigato mio marito affinché scendesse in strada e lo affrontasse corpo a corpo». Cosa diceva suo marito al rapinatore? «Minacciava di chiamare le forze dell'ordine, lo insultava ma, soprattutto, gli tirava contro qualsiasi cosa gli capitasse a tiro». Si è fatta un'idea di chi fossero i ladri? «Sicuramente gente ben organizzata, che sapeva come agire e soprattutto priva di scrupoli perché non si è preoccupata troppo di attirare l'attenzione del vicinato». C.L.M.

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