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Schianto in stazione

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I treni coinvolti nel tamponamento

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Un treno è fermo in stazione, l'altro da dietro non si ferma e lo prende in pieno. Ieri mattina presto alla stazione La Celsa, in zona Labaro, ai confini di Roma nord, poteva essere un strage di pendolari. Le lamiere schiacciate, il fumo, la sagoma del vagone tamponato scodata, piegata verso l'esterno. Il carrello è rimasto uncinato alle rotaie evitando il deragliamento. Il bollettino medico conforta: circa 130 feriti lievi (la maggior parte in codice verde, pochi in codice giallo), 70 trasportati con le ambulanze dell'Ares 118 e due coi pulmini del Comune, gli altri andati al pronto soccorso con mezzi propri. Due le inchieste. Una dei carabinieri della Compagnia Cassia, l'altra dell'Atac, che gestisce le linee. Lo scontro poco prima delle 7 del mattino sulla linea Viterbo-Roma servita da treni di tre carrozze ciascuno, che ogni giorno caricano e scaricano una cittadella di 55 mila passeggeri che vanno e tornano. Uno, quello colpito, viaggia sulla linea urbana piazzale Flaminio-Montebello. L'altro è extraurbano: piazzale Flaminio-Viterbo.  L'orario non è quello di punta, dei vagoni stracolmi, dove i corpi comprimono anche l'aria. Il primo parte da Montebello. Pochi minuti e arriva a La Celsa. Chi entra, chi esce. Le persone sono nelle carrozze. Aspettano. Le porte però non si chiudono. «Spesso le aiutiamo noi», dicono i passeggeri. Questa volta però le cose vanno più storte del solito. A questo punto non si sa quali accertamenti tecnici vengano eseguiti. Il treno si trattiene in stazione. Poco dopo sopraggiunge l'altro, partito da Viterbo. Tra il primo e il secondo ci sono circa trecento passeggeri. Il convoglio vede l'altro fermo in stazione. Non dovrebbe essere lì. Il conducente frena, frena. Il treno rallenta la corsa ma non del tutto, non in tempo per evitare lo scontro. Poi lo schianto, le lamiere contorte, il fumo che sale dai circuiti idraulici andati in tilt. La gente a bordo del vagone colpito viene sballottata come l'acqua in una bottiglia mezza vuota. Chi sbatte, chi cade. Scattra la chiamata al 118: sono le 6,54. Arrivano ambulanze, vigili del fuoco, carabinieri, polizia e vigili urbani. I militari ascoltano i due conducenti. Vogliono capire come mai le porte non si sono chiuse, se si è perso tempo prezioso nel tentativo di aprirle e se quell'imprevisto doveva essere comunicato agli altri treni per evitare disagi. I carabinieri dovranno anche accertare se l'altro conducente, del vettore che ha tamponato, andava a una velocità superiore a quella consentita in quel tratto ferroviario, non riuscendo quindi a fermarsi in tempo. Oppure se c'è stato un guasto tecnico che ha impedito lo stop. A molte domande risponderà la scatola nera dei due treni. I lavori per liberare i binari dai due convogli sono durati tutto il giorno e il tratto tra Grottarossa e Montebello è stato chiuso. Il servizio però già oggi tornerà regolare su tutta la linea Roma-Civitacastellana–Viterbo.

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