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L'Esquilino si ribella: ora basta

I negozi cinesi all'Esquilino

Arrestato il cinese che ha fatto fuoco al ristorante. Presa pure una ragazza

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Il caso Esquilino arriva in Prefettura. Dopo il cinese gambizzato l'altra sera in un ristorante orientale di via Cairoli, il mondo politico romano torna a parlare della Chinatown capitolina. «Il tentato omicidio in perfetto stile camorristico - commenta il presidente della commissione sicurezza del Comune, Fabrizio Santori - è l'ennesimo episodio di criminalità che si registra in un rione da anni sotto scacco degli immigrati». Rilanciano il consigliere comunale del Popolo della libertà (anche lui membro della commissione Sicurezza) e il capogruppo Pdl nel I Municipio, rispettivamente Federico Mollicone e Stefano Tozzi. Scrivono: «Rivolgiamo un appello al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, al sindaco Gianni Alemanno e al delegato alla Sicurezza del Campidoglio, Giorgio Ciardi, affinché si imprima un'immediata accelerazione nell'applicazione del Patto per Roma Sicura nel quadrante dell'Esquilino». Nel rione - sostengono i due - «le scellerate politiche delle precedenti amministrazioni comunali e la totale assenza del Municipio Centro storico nell'azione di contrasto all'abusivismo commerciale hanno negli anni radicalmente cambiato, umiliato e stravolto, divenendo oggi campo d'azione incontrollato della criminalità organizzata orientale». Riguardo al fatto di sangue dell'altra sera, i carabinieri del Nucleo radiomobile del colonnello Mauro Conte hanno chiarito la dinamica ma non hanno ancora capito le ragione dell'aggressione armata: la comunità cinese è nota per il suo riserbo. Intorno alle 20 e 20 due persone - un ragazzo di 26 anni, ospiste a casa di amici all'Esquilino e impegnato nel commercio, e una connazionale di 37 - entrano nel ristorante. A un tavolo sono seduti alcuni cinesi. Quando i due appaiono alla porta del locale, uno si alza. Non si sa se per allonarsi o per andare incontro ai due. Sta di fatto che a quel punto il ragazzo alla porta spara tre colpi di pistola calibro nove (l'arma non è stata trovata, i proiettili sono di marca cinese). Due vanno a vuoto, uno centra il ginocchio sinistro. Poi scappano. Parte l'allarme: arrivano polizia e carabinieri. Il ferito viene trasportato dall'ambulanza del 118 all'ospedale San Giovanni, medicato con 10 giorni di prognosi. La ragazza viene fermata a piazza Vittorio da un agente delle polizia penitenziaria fuori dal servizio, arrestata per resistenza a pubblico ufficiale. L'aggressore in via Nino Bixio, accusato di tentato omicidio.

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