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Roma Capitale svolta sulla riforma

Mauro Cutrufo

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Ottobre 2010 e maggio 2011. Sono queste le date che trasformeranno «Roma Capitale» da definizione astratta a nuova, grande istituzione. Ad annunciare le novità e fare il punto sulla riforma costituzionale che darà finalmente a Roma poteri e dignità di Capitale, il vicesindaco con delega alla definizione dell'assetto istituzionale, Mauro Cutrufo. Una questione vitale ormai per la seconda città più grande d'Europa, che si trova ad amministrare 129 mila ettari, 2,8 milioni di residenti che con turisti, pendolari, non residenti arrivano a quasi 4 milioni di persone che usufruiscono di mezzi e servizi pubblici. Ancora, Roma è l'unica città al mondo ad ospitare nel suo territorio uno stato straniero e detiene la più alta concentrazione di beni storico architettonici al mondo. Così si comprende l'importanza di amministrare con autonomia una realtà così imponente da una parte e il parodosso di non averlo fatto prima dall'altra. Al di là dei poteri speciali per l'emergenza traffico, riconosciuti solo nel 2006, Roma viene infatti amministrata con gli stessi strumenti di città come Napoli, Milano, Torino, infinitamente più piccole rispetto alla Capitale. Ma se sull'esigenza di riconoscere concretamente a Roma lo status di Capitale ormai non ci sono più dubbi, occorre ora spingere sulla conclusione del lungo e complesso iter parlamentare. Approvata la riforma nel maggio 2009, questa dovrà essere attuata attraverso i decreti delegati, sui quali sta lavorando un'apposita commissione congiunta di deputati e senatori. «A ottobre saranno approvati i primi due decreti delegati, su un totale di quattro o cinque, per l'attuazione della riforma di Roma Capitale - precisa Cutrufo - Il primo di questi definirà i poteri di Roma Capitale nel 60% degli ambiti. L'altro definirà l'aspetto istituzionale, come l'assemblea capitolina, e ci consentirà di approvare il nuovo statuto. Un terzo decreto, il più complesso, dovrà definire invece le caratteristiche del federalismo fiscale. In generale, Roma non otterrà poteri legislativi come altre Capitali europee, l'attuazione della riforma provvederà piuttosto a potenziare le funzioni amministrative esistenti». Più risorse e autonomia normativa sulle competenze già attribuite, come ad esempio sulla mobilità, urbanistica, ambiente, sono le chiavi di volta per il futuro di Roma, o meglio del «distretto federale di Roma», così come descritto nel programma elettorale del sindaco Alemanno. Una svolta, quella di Roma Capitale, ancora non compresa completamente dai cittadini e per questo, a maggio, partirà una campagna di informazione per «sensibilizzare i cittadini romani sulla quantità e la complessità delle funzioni di gestione di un territorio così ampio e articolato - continua Cutrufo - per stimolare il senso di appartenenza alla città e dunque di responsabilità verso un patrimonio così importante».

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