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Un macellaio il pusher di Natalì

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L'hotel Romulus, in una delle stanze è morto il pusher Cafasso per un mix di eroina e cocaina

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Nell'affaire Marrazzo spunta un altro spacciatore. Nell'inchiesta non c'è soltanto il nome del pusher Cafasso, deceduto per una dose mortale lo scorso settembre, ma anche quello di un macellaio di Oriolo Romano. Arrestato in passato dalla Polizia. Un nome, quello del pusher Bruno S., che spunta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Nicola Testini, arrestato due giorni fa con l'accusa di omicidio volontario premeditato nei confronti dello spacciatore morto nell'albergo «Romulus» sulla Salaria mentre era in compagnia della trans Jennifer. In base a quanto scritto dal gip Laviola, il giorno in cui l'ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, è stato filmato dai carabinieri nell'appartamento di Natalì in via Gradoli 96, la cocaina fu portata non da Gianguerino Cafasso, ma da un altro spacciatore, cioè Bruno S.: «È risultato che Cafasso, pur interpellato da Natalì, non ha provveduto a consegnare i quattro pezzi di cocaina richiesti - è scritto nell'ordinanza - l'altro pusher invece, Bruno S., dopo essere stato contattato da Natalì, si è recato in via Gradoli verso le 13 come si desume dai risultati del traffico telefonico». Ma il gip che ha arrestato Testini va oltre: «Pertanto, appare verosimile e comunque non si può escludere, che il quantitativo di droga ripreso nel filmato (quello con Marrazzo in camicia e mutande ndr.) sia stato ceduto da Bruno S. e non portato nell'appartamento dai carabinieri», come affermato dal militare Luciano Simeone durante gli interrogatori con i magistrati. «Ha una personalità incline a comportamenti censurabili e contrastanti con i doveri inerenti alla funzione esercitata», ha inoltre scritto il gip Renato Laviola nel provvedimento restrittivo contro Testini. Il gip sostiene che fu lo stesso maresciallo della Compagnia Trionfale, che secondo la procura consegnò la droga killer a Cafasso in un parcheggio della sede Rai di Saxa Rubra, a consigliare Jennifer, la transessuale legata sentimentalmente al pusher, di «non allarmarsi e di chiamare un'ambulanza» per il malore che aveva colpito il compagno Cafasso nell'albergo sulla Salaria. Nicola Tagliente, infine, in base all'ordinanza, contattò Fabrizio Corona «verosimilmente per la vendita del video con Marrazzo».

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