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Notte di rivolta al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria

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Eanche di fuga: quattro sono evasi. È iniziata l'altra sera alle 23 ed è finita ieri alle 20,30. Bilancio finale: oltre ai quattro evasi pericolosi, diciotto arrestati (tutti con precedenti penali), tre feriti tra i poliziotti (per contusioni, dieci giorni di prognosi) e 200 mila euro di danni agli impianti e alle strutture del Cie. La sommossa non sembra avere l'aria della protesta ma l'impronta di un piano orchestrato, pensato con cura: alcuni di loro nella memoria dei telefonini cellulari avevano il numero di certe organizzazioni antagoniste di sinistra e le fasi dell'assalto sono state studiate per neutralizzare il piu possibile le forze dell'ordine. I fuggiaschi sono marocchini ed egiziani con precedenti penali pesanti: violenza sessuale e tentato omicidio, reati per i quali hanno già scontato la condanna in altre città ed erano a Roma prima dell'espulsione. E ora sono ricercati. Un primo tentativo di scatenare fuoco e fiamme c'era stato il 13 del mese, prima delle elezioni. I poliziotti erano stati attenti e avevano contenuto gli animi dei clandestini. L'altra notte, però, i rivoltosi hanno dimostrato di essersi organizati: hanno mandato in pezzi le telecamere sul Cie, creato confusione bruciando coperte, materassi e l'isolante termico nel sottotetto. Come un'orda, poi, si sono gettati sulle pesanti inferriate divisorie tra un settore e l'altro e le hanno usate come ariete per tenere a bada i poliziotti. Hanno divelto i tombini ancorati con guarnizioni in cemento, li hanno sbattutti a terra, tirandoli addosso ai poliziotti: tre sono stati colpiti. Nel caos i quattro hanno scavalcato la barriera e sono fuggiti. Gli altri 18 volevano imitarli ma la polizia ha chiuso l'assedio. Prima della sommossa nel Cie c'erano 100 donne e 160 uomini. Da ieri, con i 18 in parte arrestati in parte espulsi, sono scesi a 131. Il centro è stato già riparato e risistemato.

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