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Puniti i due custodi del Pantheon

Pantheon

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Il filmato del concerto "interruptus", pubblicato su Youtube, aveva fatto il giro del mondo. Il messaggio trasmesso era chiaro e non certo esaltante per un Belpaese che vanta il turismo fra le sue «industrie» più floride e importanti: in Italia la burocrazia mutila l'arte. I custodi della Rotonda si erano difesi con il regolamento alla mano: non potevano andare oltre l'orario di chiusura. I sindacati li avevano difesi. Gli organizzatori si erano lamentati per la mancanza di coordinamento con la Sovrintendenza. Il ministero dei Beni Culturali aveva promesso il pugno di ferro. E ieri, dopo l'ispezione ordinata dal segretario del Mibac, la «punizione» è arrivata puntuale: i due sorveglianti «colpevoli» dell'interruzione sono stati trasferiti nella sede centrale, addetti a compiti esclusivamente amministrativi. La vicenda risale al 28 febbraio. È domenica. Mancano pochi minuti alle 18, ora in cui i battenti del monumento visitato da due milioni di persone ogni anno deve chiudere i battenti. Ma i membri del quintetto «Bach Consort» non hanno ancora finito. Devono eseguire l'ultimo brano. Prima che comincino, però, una custode si avvicina al gruppetto e spiega che il tempo è scaduto e la musica deve finire. Il pubblico protesta. Incita i musicisti a proseguire comunque. A questo punto interviene il «capo» dei sorveglianti, che dipendono dalla Sovrintendenza, e mette fine al concerto. Qualcuno filma la scena e, il 4 marzo, il video appare su Youtube. I giornali riprendono la notizia. E si scatena un putiferio. Il Mibac manda al Pantheon i suoi ispettori. Ieri, infine, l'epilogo. «Non accadranno mai più - ha assicurato Bondi - episodi in cui manifestazioni culturali vengano interrotte da una burocrazia ottusa che noi tutti dobbiamo snellire e rendere più trasparente. Infatti nelle more degli accertamenti ispettivi, gli uffici del ministero hanno già provveduto ad assegnare ad altri compiti i dipendenti presenti al concerto». Critici i sindacati. Nella vicenda, secondo la Uil, «ci sono precise responsabilità del ministero». L'indice è puntato sulla soprintendente Federica Galloni, «che non ha saputo organizzare e regolamentare il servizio del monumento». Il segretario Gianfranco Cerasoli sottolinea, infine, che i due custodi trasferiti «sono stati sostituiti da personale che non ha la qualifica per la vigilanza né i requisiti per poter prestare servizio al Pantheon».

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