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Affitti d'oro in Centro Allarme degli artigiani

Negozi di Roma

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Un pezzo importante dell'artigianato artistico romano è a rischio. L'orologiaio Aldo Aurili, il gioielliere Fausto Maria Franchi, Enrico Crespolti, che ha un'attività in ambito artistico, l'artigiana Lucia Sabatini Scalmati, l'antiquario Roberto Cavallone, sono tra i proprietari delle botteghe storiche nella zona di Fontanella Borghese, tra via del Clementino e via Ripetta, tra aprile e luglio vedranno scadere, dopo dodici anni, il proprio contratto di locazione. Quello che temono è l'aumento insostenibile dei canoni di affitto che in quella zona ha fatto chiudere nell'ultimo anno già altre quattro attività artigiane. «Per il rinnovo – spiega Fausto Franchi che è anche presidente nazionale artigiani orafi della Cna – si teme che sarà richiesta una cifra pari a più del doppio del canone di affitto attuale. Praticamente insostenibile per attività artigiane che stanno attraversando una crisi senza precedenti con un calo del giro d'affari medio di circa il 30% in un anno». I locali sono di proprietà della Banca d'Italia che per il momento ha inviato alcune lettere di disdetta del contratto di locazione senza però comunicare ancora il relativo ed eventuale aumento di canone. Alcune voci, tuttavia, parlano di nuovi contratti che potrebbero sfiorare i diecimila euro al mese, pari ad aumenti fino al cento per cento. Le stesse voci confermerebbero che aumenti del genere si sarebbero già verificati per privati proprietari di appartamenti che insistono nella stessa zona, soggetti al rinnovo dei canoni di affitto. Tra gli artigiani si vive un clima di angoscia e preoccupazione. «Siamo tutte attività storiche – incalza Lucia Sabatini Scalmati – se questi aumenti venissero confermati per noi vorrebbe dire la fine, ma significherebbe anche la fine di un pezzo importante dell'artigianato artistico romano che vive da più di cinquant'anni e che è parte della storia di questa città». L'orologiaio Aurili ha interessato un avvocato che ha mandato una lettera alla Banca d'Italia per chiedere il rinnovo del contratto e l'applicazione di un minimo aumento di canone di locazione, consapevole che se l'aumento ci deve essere «deve tenere conto della situazione contingente di crisi e di preoccupazione per il futuro di queste attività storiche». Cavallone, che fa l'antiquario da più di quarant'anni teme il peggio: «Le vendite vanno male anche perché ormai la gente acquista il moderno e i turisti disposti a spendere sono sempre meno. L'anno scorso ho dovuto licenziare il mio unico dipendente per colpa della crisi, figuriamoci se a tutto questo ci aggiungiamo il caro affitti». La questione è arrivata anche sul tavolo della Cna di Roma che a sua volta ha inviato un'altra lettera alla Banca d'Italia per sostenere la richiesta di equo canone delle imprese artigiane. «Il Centro Storico, per i forti aumenti dei canoni registrati, è fra le zone più a rischio di chiusura delle attività artigiane – spiega Antonio Fainella, responsabile sindacale della Cna di Roma – nel solo tratto di via Ripetta hanno già chiuso quattro esercizi su cinque. Inoltre la situazione promette di peggiorare a fine anno con la chiusura di altri due locali».

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