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Duecento fusti tossici recuperati dopo 45 anni nella Valle del Sacco

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StefanoGelsomini Erano lì, dentro la discarica di «Arpa 1», dove per decenni hanno distillato lentamente il loro veleno dal terreno fino al fiume Sacco; proprio in questo punto sono stati trovati i primi 200 bidoni, corrosi dal tempo e dal contenuto chimico, responsabili del disastro ambientale. «Le prime attività di scavo selettivo per 3000 metri cubi hanno consentito di rimuovere i fusti pericolosi, porli in sicurezza per il successivo smaltimento presso impianti autorizzati esterni a Colleferro», ha detto l'avvocato Pier Luigi Di Palma, subcommissario per la bonifica della Valle del Sacco. I fusti furono interrati nella discarica di Arpa1 tra gli anni '60 e '70, quando a Colleferro l'industria chimica era ancora forte. «L'attività di bonifica di "Arpa 1" sta svelando, senza ombra di dubbio, le attività criminose poste in essere, in epoca passata, nel comprensorio industriale della Valle del Sacco – prosegue Di Palma - confermando i dati di inchiesta della Procura che sono stati, sin dall'inizio, posti a base dell'azione dell'Ufficio commissariale». La bonifica dell'area è iniziata un anno fa, dopo che nel 2005 venne trovato, nel latte della Centrale di Roma proveniente dagli allevamenti della zona, il betaesaclorocicloesano, un derivato di sintesi del lindano, potente pesticida prodotto a Colleferro. E nel 2008 l'analisi epidemiologica della Asl Rm/E rilevò che questa sostanza era presente anche nel sangue delle persone che abitavano lungo le rive del Sacco. «Per la popolazione della Valle – conferma Di Palma - è in corso la seconda fase del monitoraggio, che prevede una indagine estesa ad un ampio numero di residenti». Nel 2009, la bonifica della discarica «Arpa 1» ha visto realizzato il sito di stoccaggio permanente, la riorganizzazione della rete acque bianche, la pulizia del fosso Cupo, principale veicolo della diffusione della contaminazione del fiume Sacco. Inoltre è stato completato l'iter per la messa in sicurezza permanente dei siti Cave di Pozzolana e «Arpa 2» ed è stato abbattuto lo stabilimento del Benzoino, bonificando suolo e sottosuolo: «Tutte le macerie dell'area sono state trattate quali rifiuti e avviate a smaltimento in impianti autorizzati esterni al sito industriale di Colleferro», rassicura Di Palma. Infine, anche il finanziamento della Regione di 5 milioni e mezzo di euro per la bonifica dell'area Benzoino, non concesso ad ottobre, è stato recuperato: «Si è trattato di un mero problema di burocrazia contabile che, peraltro, ha agevolato gli adempimenti di competenza dell'Ufficio commissariale consentendo di destinare le risorse finanziarie, oltre 5,5 milioni di euro, ad una pluralità di interventi di bonifica nel comprensorio industriale di Colleferro, da completarsi nel 2010», conclude Di Palma.

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