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Stop alle auto, Roma non ci sta

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L'Italia ferma il traffico per un giorno ma il Comune non cambia idea

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Uno striscione giallo lungo via dei Fori Imperiali «dice» al mondo «no allo smog». Un'iniziativa, quella promossa da Legambiente Lazio, che assume un significato ben più ampio nel giorno in cui mezza Italia ha fermato il traffico contro l'inquinamento atmosferico. Uno stop rinviato al mittente dalla Capitale che ribadisce il proprio «no» a misure come targhe alterne o blocchi del traffico programmato. Una decisione che significa però scontro istituzionale. Non solo con la Regione, che ha dato linee ben diverse da quelle del sindaco Alemanno ma anche all'interno dell'Anci. La prestigiosa associazione dei Comuni italiani si è infatti fatta promotrice insieme al «Comitato città del Nord» della domenica senz'auto. E il sindaco Alemanno è presidente del Consiglio nazionale dell'Anci stessa. Un groviglio, o meglio una «nebbia», nella quale rischiano ora di saltare gli equilibri istituzionali. Perché Roma, almeno in fatto di blocchi del traffico e targhe alterne non torna indietro. Non a caso proprio ieri l'assessore capitolino all'Ambiente, Fabio De Lillo, è tornato a snocciolare i dati sull'inquinamento atmosferico in dimunzione rispetto al passato. La Capitale però non è sola. A parlare di «flop» e di «bluff» del blocco totale del traffico anche i Radicali, ma sopratuttto il presidente della World Federation of Scientists, Antonio Zichichi. «Le domeniche ecologiche sono utili per sollevare l'attenzione dei cittadini - commenta il professore - ma non hanno un impatto decisivo sull'inquinamento atmosferico, insomma a Roma non servono e Alemanno quindi ha fatto bene ad abolirle». Dello stesso parere anche il professore dell'Istituto Scienze dell'Atmosfera e del Clima, Franco Prodi: «Le domeniche ecologiche non danno vantaggi definitivi. Servono solo a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema delle polveri sottili». La scienza insomma sta con Alemanno. Il resto è solo politica.

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